"Anche nel tempo presente, dunque, ancora una volta è la Carta costituzionale così com'è, con il suo equilibrato complesso di principi, poteri, limiti e garanzie, diritti, doveri e responsabilità, a offrire alle Istituzioni e ai cittadini la bussola necessaria a navigare 'per l'alto mare aperto' dell'emergenza e del dopo-emergenza che ci attende". Lo scrive la presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia nella sua relazione annuale sulla giurisprudenza costituzionale.
"Il nuovo anno - osserva la presidente della Consulta - è stato aperto da una contingenza davvero inedita e imprevedibile, contrassegnata dall'emergenza, dall'urgenza di assicurare una tutela prioritaria alla vita, alla integrità fisica e alla salute delle persone anche con il necessario temporaneo sacrificio di altri diritti". La Costituzione, ricorda Cartabia, "non è insensibile al variare delle contingenze, all'eventualità che dirompano situazioni di emergenza, di crisi, o di straordinaria necessità e urgenza, come recita l'articolo 77 della Costituzione in materia di decreti-legge.
La Repubblica ha attraversato varie situazioni di emergenza e di crisi, dagli anni della lotta armata a quelli piu' recenti della crisi economica e finanziaria, e tutti sono stati affrontati senza mai sospendere l'ordine costituzionale, ma ravvisando al suo interno - sottolinea - gli strumenti idonei a modulare i principi costituzionali in base alle specifiche contingenze: necessità, proporzionalità, bilanciamento, giustiziabilità e temporaneità sono i criteri con cui, secondo la giurisprudenza costituzionale, in ogni tempo deve attuarsi la tutela 'sistemica e non frazionatà dei principi e dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione, ponderando la tutela di ciascuno di essi con i relativi limiti".
"Individualizzazione" e "flessibilità" del trattamento penitenziario: sono alcuni dei principi che stanno guidando la giurisprudenza della Corte costituzionale, "orientati alla piena realizzazione della finalità rieducativa della pena richiesta dall'articolo 27 della Costituzione", sottolinea la presidente della Consulta. "Gli interventi della Corte in questi ambiti - scrive ancora Cartabia - consentiranno alla magistratura di sorveglianza, chiamata a esercitare con attento discernimento i propri poteri discrezionali, di perseguire le finalità rieducative del condannato, senza trascurare, al tempo stesso, le esigenze della sicurezza della collettività, ma calibrando ogni decisione sul percorso di ciascun detenuto, alla luce di tutte le circostanze concrete".