Sette richieste al governo per una graduale riapertura dell'Italia, a partire dalla "progressiva adozione di misure alternative all'isolamento domiciliare generalizzato" con il ricorso "al tracciamento puntuale del contagio": ad avanzarle è un gruppo di 150 accademici di varie zone d'Italia che in una lettera aperta propongono anche di sospendere il diritto alla privacy per la raccolta dati necessaria alla gestione dell'emergenza.
All'esecutivo viene chiesta con urgenza "una campionatura rappresentativa della popolazione per comprendere la reale estensione del contagio e la letalità del virus" e "la progressiva adozione di misure alternative all'isolamento domiciliare generalizzato, all'interno di una chiara strategia di contenimento della diffusione del virus".
In particolare si sollecita "il ricorso al tracciamento puntuale del contagio", l'"identificazione precoce dei positivi con indagini molecolari e sierologiche di massa" e "l'avvio di una produzione su larga scala del materiale necessario per le indagini molecolari e sierologiche".
Le proposte
1. Campionatura rappresentativa della popolazione per comprendere la reale estensione del contagio e la letalità del virus
2. Progressiva adozione di misure alternative all'isolamento domiciliare generalizzato
3. Identificazione precoce dei positivi con indagini molecolari e sierologiche di massa
4. Avvio di una produzione su larga scala del materiale necessario per le indagini molecolari e sierologiche.
5. Obbligo per tutta la popolazione che abbia contatti con il pubblico di indossare mascherine filtranti e protettive.
6. Sospensione fino al termine della emergenza del diritto alla privacy e della limitazione all'utilizzo dei dati elettronici
7. L'indicazione di tempi certi a partire dai quali i diritti costituzionali vengano ristabiliti
8. La condivisione e la pubblicizzazione del piano di governo per il contenimento dell'epidemia e la gestione della fase 2
Tra le misure suggerite ci sono "l'obbligo per tutta la popolazione che abbia contatti con il pubblico di indossare mascherine filtranti e protettive" e la sospensione fino al termine della emergenza "del diritto alla privacy e della limitazione all'utilizzo dei dati elettronici" per le misure necessarie al tracciamento, alla eventuale geolocalizzazione, a rilevazioni epidemiologiche, e alla ricerca. I dati cosi' raccolti verrebbero distrutti "al termine dell'emergenza fissato per legge".
Gli accademici chiedono inoltre l'indicazione di "tempi certi a partire dai quali i diritti costituzionali alla libertà di movimento, di riunione e di libera iniziativa privata vengano ristabiliti garantendo condizioni di sicurezza per lavoratori e cittadini".
L'appello richiede "la condivisione e la pubblicizzazione del piano di governo per il contenimento dell'epidemia e la gestione della fase 2 con modalità tali da rendere aperto il confronto con tutta la comunità scientifica nazionale".
Tra i firmatari dell'appello ci sono Giuseppe Bertagna, ordinario di Pedagogia all'università di Bergamo; Nicola Casagli, Presidente Istituto Nazionale Oceanografia e di Geofisica Sperimentale; Emanuela Colombo, ordinario di Fisica tecnica industriale al Politecnico di Milano; Paolo Gasparini, ordinario di Genetica medica all'università di Trieste; Vincenzo Giuffrè, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico, all'università di Catania; Francesco Manfredi, prorettore università Jean Monnet a Bari; Giuseppe Valditara, già Capo dipartimento Formazione Superiore e Ricerca del Miur; Antonio Vicino, Presidente Consiglio Universitario Nazionale.