"La curva del contagio segnala una situazione in decrescita. È un segnale positivo ma non deve indurci ad abbassare la guardia". Lo ha ribadito nel corso di una conferenza stampa Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità.
Pasqua è vicina, e la tentazione individuale di una 'deroga' è comprensibile, ma "non ce lo possiamo permettere: dovremo unirci nei sentimenti ma sempre mantenendo il distanziamento sociale". Né dobbiamo illuderci che, "al di là delle decisioni che saranno prese dal governo", nelle prossime settimane certi comportamenti possano essere abbandonati: per evitare che il contagio torni a salire, ha insistito, dovremo rispettare rigorosamente le distanze, lavarci spesso le mani, usare le mascherine laddove serve.
In ogni caso, "le misure dovranno sicuramente essere su scala nazionale perché anche nelle zone dove abbiamo comuni 'bianchi'", senza casi di Covid-19, "se non siamo molto attenti a seguire certe misure, un 'bianco' può diventare 'rosso' intenso, specie nelle piccole comunità".
Brusaferro ha confermato il consolidamento di certi parametri epidemiologici: in termini di letalità, "le fasce di età sopra i 70 sono quelle che pagano un dazio molto elevato e oltre gli 80 anni hanno un maggiore impatto. Il 63% dei deceduti aveva più di tre patologie e ad essere colpiti dal virus sono soprattutto i maschi: solo il 32% sono donne".
Il presidente dell'Iss ha ricordato anche che, sul fronte delle Rsa, "in alcune zone la mortalità è cresciuta durante le settimane di picco del contagio" sebbene vada considerata anche "la mortalità legata ai picchi influenzali tra gennaio e febbraio". Quanto alle possibili, eventuali correlazioni tra coronavirus e inquinamento, "lo studio di Harvard è uno stimolo estremamente importante. Dovremmo fare riflessioni un po' tutti e credo che molti ricercatori, anche dell'Iss, lavoreranno su questo tipo di scenario".
"In Lombardia in un paio di giornate c'è stato un incremento delle ambulanze 118 e del 112 - ha sottolineato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità - dato che andava in controtendenza rispetto al calo che stiamo osservando a livello nazionale, per problemi di tipo respiratorio più che infettivo. Quindi è fondamentale continuare con le misure di distanziamento sociale".
Locatelli ha assicurato che nello studio di sieroprevalenza non si andrà "per le lunghe né per l'attivazione, né per la conclusione: ma non sono in grado di indicare una data precisa - ha spiegato - sicuramente sarà pronto nel giro di poche settimane". Dal presidente del Css anche un appello alla "sobrietà comunicativa, anche e soprattutto in ambito medico. Si possono fare in tempi di 'guerra epidemica' degli studi solidi, rigorosi e confermatori".
Mentre sul fronte dei tamponi, ha sostenuto: "L'obiettivo non è fare 'X' tamponi, ma farli a tutti coloro che devono essere sottoposti a questo tipo di indagine nel minor tempo possibile. A ieri - ha ricordato Locatelli - è stata superata la soglia degli 850 mila tamponi e questo dà una idea abbastanza precisa di come il Paese ha risposto a questa esigenza".
Sergio Iavicoli, direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Igiene del lavoro dell'Inail, ha dato i numeri dei lavoratori sospesi: "sono 7 milioni e 784 mila, un terzo della forza lavoro del Paese". Mentre secondo i dati del ministero della Funzione Pubblica, "il 95% dei lavoratori pubblici è in smart working, nel complesso l'80%".
"Uno dei temi da valutare con particolare attenzione - ha ammesso - è sicuramente quello dell'enorme carico emotivo cui sono sottoposti i lavoratori dell sanità". Annunciando il varo di una iniziativa ad hoc, finalizzata "alla gestione dello stress", con il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi.