Sono oltre mille le lavoratrici e i lavoratori che, con grande senso di responsabilità, nonostante i rischi legati all'emergenza del Covid-19, stanno continuando a garantire pulizie e sanificazioni in ospedali, ambulatori medici e cliniche private della Sardegna.
I dispositivi di protezione individuale sono insufficienti. Ogni giorno gli addetti e le addette varcano la soglia degli ospedali consapevoli che potrebbero rischiare il contagio. La paura, per loro stessi e per le famiglie che hanno a casa, è costante. Sono persone che percepiscono appena 7,15 euro lordi l'ora, hanno un’età compresa tra i 30 e 50 anni e nel 90% dei casi sono donne. Spesso hanno bambini piccoli, oppure sono separate con figli a carico.
“I servizi di pulizia e igienizzazione nelle strutture ospedaliere della Sardegna", conferma all'AGI Nella Milazzo, segretaria regionale Filcams Cgil Sardegna, "stanno andando avanti solo grazie alla disponibilità, alla pazienza e al senso di responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori di questo settore. Hanno paura e, in certi casi, terrore di essere contagiati, perché, purtroppo, i dispositivi e gli strumenti di protezione individuale, destinati a loro, sono quasi pari a zero. Si tratta di persone che ora, in molti casi, si ritrovano a lavorare in condizioni drammatiche, con pochissima sicurezza, percependo, tra l’altro, stipendi di circa 600 euro al mese”.
Giuseppe Atzori, segretario regionale della Fisascat Cisl Sardegna, contattato dall'AGI, ammette che la situazione è critica: “Spesso, tante lavoratrici e tanti lavoratori sono costretti a presentarsi al lavoro con le stesse mascherine per più giorni, perché non ne arrivano altre nuove.
Le aziende ci hanno garantito che hanno provveduto a ordinarle, ma sappiamo bene che, per questioni di priorità, i dispositivi vengono consegnati innanzitutto a medici, infermieri e al personale ospedaliero".
"Qualche lavoratore è stato trovato positivo al Covid-19 e sta facendo la quarantena a casa, per fortuna senza un aggravamento delle condizioni di salute", afferma Atzori. "Circa venti giorni fa, abbiamo segnalato le criticità al presidente della Regione e al prefetto. Purtroppo, sappiamo bene che c’è difficoltà nell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale”.
Vincenzo Di Monte, segretario regionale della Uil Trasporti, comparto multiservizi della Sardegna, conferma all'AGI che in questo momento “gli addetti del comparto pulizie hanno una paura tremenda".
"Venti giorni fa abbiamo chiesto al prefetto di attivarsi con le direzioni sanitarie degli ospedali, per fornire i dispositivi di protezione individuali alle aziende che gestiscono questo servizio", spiega Di Monte.
"All'inizio dell'emergenza molte addette hanno lavorato senza protezioni adeguate. Poi, è scattata la paura e tante hanno deciso di usufruire di congedi, altre sono finite in malattia, altre in maternità, qualcuna ha fatto ricorso alla legge 104. Oggi qualche mascherina arriva, ma non sono, comunque, ancora sufficienti. La tensione è altissima, ma gli addetti non possono rifiutarsi di lavorare”.