Oltre 1.100 dispositivi di ventilazione prodotti in Italia, utilizzati in terapia intensiva per i pazienti in condizioni critiche, sono sequestrati all’interno di un tir che, nel porto di Ancona, era in procinto di imbarcarsi per la Grecia.
L’operazione è stata condotta dal personale della guardia di finanza in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle dogane e monopoli, nell’ambito dei controlli del rispetto dell’ordinanza della protezione civile nazionale, che vieta alle imprese di vendere all’estero dispositivi medici, tra i quali i ventilatori, particolarmente usati in queste settimane per assistere i pazienti affetti da coronavirus.
Il rappresentante legale della ditta produttrice, che ha sede nella provincia di Milano è stato denunciato.
Il personale delle fiamme gialle e della dogana hanno bloccato il carico, che aveva già superato i controlli di sicurezza per l’accesso al porto ed era in coda per l’imbarco.
Dopo un più approfondito controllo della documentazione relativo al carico, hanno fermato l’autotrasportatore e verificato il contenuto del rimorchio: erano stivati 1.840 circuiti respiratori, composti da tubo, pallone, valvola e maschera respiratoria, strumenti che rappresentano l’interfaccia con il paziente e, di conseguenza, un elemento chiave dell’intero sistema di anestesia o di ventilazione.
I dispositivi sequestrati saranno consegnati alla protezione civile, che li distribuirà agli ospedali del nostro Paese.
L’ordinanza 639 del 25 febbraio scorso, firmata dal capo del dipartimento nazionale della protezione civile, Angelo Borrelli, vieta l’esportazione di strumenti e dispositivi per la ventilazione meccanica dei pazienti con patologie respiratorie e dei dispositivi di protezione individuale.