Undici pagine di annunci mortuari rispetto alle solite tre, in cui da ogni poche righe erompe la parola “improvviso”.
Andato via, morto “all’improvviso”. Quelli che ogni sera, nel punto quotidiano, sono i numeri di una catastrofe, sulle pagine dell’’Eco di Bergamo’, il giornale della città più piegata dal coronavirus in Lombardia, hanno i tratti sereni e sorridenti di donne e uomini ghermiti da quello che i familiari di Mario, 81 anni, del paese di Valbrembo, definiscono “un male oscuro che imperversa senza pietà”. Che a volte si trascina in un colpo solo anche 63 anni di amore. “Cari nonni - sono i nipoti di Dante e Angelina di Clusone a scrivere – è difficile lasciarvi andare via così. Ci avete sempre detto che l’uno senza l’altro non sareste potuti vivere, così, uno dopo l’ altra, a soli due giorni di distanza siete in cielo. Ci rincuora pensare che adesso finalmente siete di nuovo insieme e potete di nuovo abbracciarvi”.
Non viene mai nominato il coronavirus. Sembra si abbia paura a dirlo, come un tempo si alludeva al tumore con la formula “male incurabile”. Nel necrologio di Gianni, uno dei 157 sul giornale in edicola oggi, si fa riferimento all’”invisibile che ti ha portato via”. La morte per il virus sembra ‘raddoppiare’ la sofferenza del lutto. Chi ricorda Antonio, 88 anni, scrive: “In questo momento di profonda solitudine e paura la morte risulta una sconfitta”. Non è previsto “per decreto” il conforto religioso. “La messa in suffragio – avvertono i congiunti di Zaffira, anni 79 – sarà in data da destinarsi”. Gli amici di Gianangelo di 68 anni esprimono ai suoi parenti lo sconforto: “Non abbiamo parole per ciò che è successo e non possiamo neppure abbracciarvi e consolarvi”. “Una volta terminato questo triste periodo – sperano moglie e figli di Dante di 80 anni – ricorderemo il nostro adorato Dante con una funzione pubblica”.
Nel frattempo, si invocano altri modi per farsi sentire vicini. “I familiari dispensano le visite di condoglianze e ringraziano quanti pregheranno per lei”. Lei è Maria di anni 87. La famiglia della novantenne Cristina ringrazia “chi è vicino col pensiero”. Da questo punto di osservazione, emerge anche la difficoltà a trovare un posto dove posare i corpi in attesa dell’addio perché le camere mortuarie sono colme. I familiari spiegano che Giacomo “si trova nella chiesa di Caravaggio” in attesa delle esequie a San Pellegrino Terme. E c’è anche una giovane donna di 40 anni che aspetta la sepoltura in una casa di riposo.