Sulla certificazione parlavano correttamente la lingua italiana, con attestazioni rilasciate da un ente convenzionato, ma l’esame non era mai stato sostenuto e le persone coinvolte conoscevano la conoscevano a stento.
Partendo da questi documenti e da una segnalazione dell’ufficio immigrazione della questura di Catanzaro, la squadra mobile è riuscita ad individuare un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso l’organizzazione di matrimoni di comodo e la produzione di documentazione falsa.
L’organizzazione era composta da cittadini cinesi e italiani e, in particolare, da una coppia di italiani e da una cittadina cinese residente a Catanzaro.
Le intercettazioni ambientali e telefoniche hanno confermato i sospetti degli inquirenti, ricostruendo tutte le operazioni necessarie per ottenere permessi di soggiorno a cittadini cinesi, ma non solo, grazie a matrimoni o convivenze fittizie con cittadini italiani. A chi accettava questa proposta sarebbero state corrisposte somme di denaro tra i mille e i duemila euro.
La cittadina cinese reclutava i suoi connazionali che volevano rinnovare il permesso di soggiorno senza averne diritto, mentre i coniugi nazionali si occupavano di individuare le persone disposte a formalizzare il matrimonio o la convivenza con soggetti in realtà sconosciuti. Gli organizzatori funzionavano come una vera e propria agenzia, capace di organizzare anche il finto matrimonio.
L’inchiesta, denominata “Lucciole e lanterne”, è stata coordinata dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, dai procuratori aggiunti Vincenzo Capomolla e Giancarlo Novelli, e dai sostituti Debora Rizza e Graziella Viscomi.
Durante le attività degli inquirenti, è stato possibile individuare anche una seconda organizzazione che avrebbe gestito un giro di prostituzione con donne straniere di diverse nazionalità, alle quali venivano procacciati clienti e messe a disposizione strutture ricettive o appartamenti. Tra le persone coinvolte c’è anche un poliziotto in servizio nella questura di Catanzaro e che avrebbe seguito direttamente gli affari legati alla prostituzione.
Due le ordinanze emesse per le indagini per le quali sono scattati arresti domiciliari e obblighi di dimora. Molte le persone indagate. Per i reati legati alla prostituzione, ai domiciliari un poliziotto e un 55enne. Obbligo di dimora per un 54enne e un 33enne.