Tre detenuti sono morti nel carcere di Modena, dove si è sviluppata oggi una vera e propria rivolta dei carcerati, circa 530, in segno di protesta per le restrizioni ai colloqui dovute all'emergenza coronavirus. Altri due si trovano in rianimazione: sono in corso indagini sull'accaduto, mentre si registrano ancora forti tensioni all'interno del penitenziario, dove gli agenti stanno cercando di rientrare forzando le sbarre.
"Devastato anche il carcere di Modena dopo quello di Salerno e di Poggioreale, trasferiti 70/80 detenuti in altre carceri", dichiarano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale. "Si tratta solo di quei detenuti - spiega Durante- che erano riusciti a raggiungere il cortile, per tentare di evadere. Al momento, ci riferiscono i colleghi, gli altri detenuti si trovano all'interno del carcere, dove sono barricati e probabilmente in possesso di armi improprie. Si sta valutando come e quando intervenire per ripristinare la legalità, all'interno di un carcere che, da quanto ci viene riferito, è ormai completamente distrutto".
"Sembra sia stato addirittura incendiato anche l'ufficio matricola, dove sono custoditi i fascicoli dei detenuti" spiega ancora Durate. Una protesta, quella di questi giorni, che testimonia la situazione di grave insicurezza delle carceri. "Da tempo stiamo dicendo che nelle carceri non c'è piu' sicurezza - conclude il segretario del Sappe - un solo agente deve gestire 70-80 detenuti e non si riesce più a garantore l'ordine.
Una situazione rispetto alla quale dovrebbero assumersi la responsabilità morale alcuni politici e amministratori che hanno governato il sistema penitenziario negli ultimi anni. Riteniamo anche assolutamente inopportuna la richiesta di indulto e amnistia fatte in questi giorni da alcune associazioni - conclude Durante - in piena emergenza coronavirus".