Permane il pericolo 'valanghe marcato' (grado 3) sull'arco alpino, rischio che si accentua nelle ore più calde della giornata, sui pendii esposti al sole e nelle aree sottovento: la rete di monitoraggio Meteomont Carabinieri ha rilevato che tutto l'arco alpino, nei primi giorni della settimana, è stato interessato da intense precipitazioni nevose associate a una significativa attività eolica in quota.
Gli spessori di neve fresca registrati (40-80 cm a duemila metri) - rendono noto i carabinieri - hanno formato fino al limite boschivo strati a debole coesione e in alta quota soffici lastroni: "La neve recente, non ancora legata agli strati sottostanti, ha favorito in settimana la riattivazione di una significativa attività valanghiva spontanea, dai pendii più ripidi (inclinazione maggiore di 30 gradi). Rilevate valanghe anche di medie dimensioni, soprattutto a debole coesione di superficie, ma anche a lastroni di superficie e di fondo".
Sulle Alpi nord occidentali, centrali ed orientali il grado di pericolo valanghe rimarrò nel weekend in generale 'marcato' 3 in aumento nelle ore centrali della giornata. Nei pendii più critici indicati, dei settori alpini, distacchi provocati saranno possibili già con un debole sovraccarico per il passaggio di un singolo sciatore o escursionista a piedi.
Nella fascia prealpina piemontese, lombarda, veneta e friulana il grado di pericolo rimarrà stazionario a 'moderato' 2. "Sull'Appennino centro-settentrionale le deboli nevicate registrate, 20-30 cm di neve fresca umida a debole coesione a quota 1.600 metri, hanno solo parzialmente modificato la situazione nivologica preesistente dove il manto nevoso presenta un moderato consolidamento. In tali aree il pericolo valanghe rimane 'debole' 1 e localizzato alle alte quote".