Mentre il numero dei contagiati sale a 25 - 19 a Vo' Euganeo, 3 addetti sanitari di Dolo, 1 persona di Mira e i 2 anziani ricoverati a Venezia - il Veneto ferma "tutte le manifestazioni" fino al 1 marzo, Carnevale di Venezia compreso. Il tutto, mentre si cerca il paziente 0 per capire come l'infezione sia arrivata nel comune del padovano dove c'è stata la prima vittima in Italia. A fare il punto sulla situazione, questa mattina, è ancora il governatore del Veneto, Luca Zaia, che in due momenti prima ha fornito le ultime novità sul numero di malati e poi ha spiegato cosa è stato deciso dalla Regione e le "misure drastiche" che ha scelto di prendere. Nei prossimi giorni in Veneto saranno evitate "tutte quelle che sono le aggregazioni, private e pubbliche" ha detto il governatore, che ha stabilito anche "la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in Veneto fino al 1 marzo compreso".
"È la vicenda più grave che mi sono trovato ad affrontare. Noi abbiamo potestà su tutto il Veneto e in Veneto si fa questo. Non piacerà, ma non ci sono alternative", ha detto ancora Zaia, secondo cui "le manifestazioni in corso andranno ad esaurimento, ma da questa sera è previsto il blocco del Carnevale di Venezia e di tutte gli eventi, anche sportivi, fino al 1 di marzo compreso".
Il presidente del Veneto ha indicato anche come, al momento, la pista degli otto residenti di origine cinese di Vo' Euganeo, indicati ieri come possibile origine del contagio costato la vita al 78enne Angelo Trevisan, si sia dimostrata errata: secondo i primi esami sono tutti negativi al tampone per il Coronavirus e le indagini sierologiche per ora non hanno dato risposte diverse.
"Se questo da un lato fa piacere, perché vuol dire che abbiamo 8 infetti in meno, dall'altro ci preoccupa di più da un punto di vista epidemiologico è preoccupante: vuol dire che il virus è più ubiquitario di quanto si potesse pensare". L'assessore alla Salute della Regione, Manuela Lanzarin, ha fatto il punto anche sulle condizioni di salute dei 25 contagiati: "in 8 sono ricoverati nel reparto malattie infettive a Padova, 2 casi sono in terapia intensiva sempre a Padova e 2 in terapia intensiva a Venezia"; i restanti, invece, sono in isolamento controllato nelle loro abitazioni. "Quelli in terapia intensiva sono ovviamente più gravi: si tratta di persone anziane con quadri clinici compromessi", ha concluso.