“Mi scuso. Di più: ho vergogna anche di scusarmi. Sono distrutto umanamente e profondamente addolorato”. In un’intervista a la Repubblica Oliviero Toscani, il fotografo che ha reso celebre in tutto il mondo l’immagine dei Benetton produttori di maglioni con le sue pubblicità e le sue foto, corre a rettificare quanto detto ai microfoni di “Un giorno da pecora”, trasmissione radiofonica della Rai. “Ho detto quelle parole infelici, ma la mia frase è stata estrapolata dal contesto” seguita, anche se lui voleva solo dire che “Fabrica”, la farm creativa della Benetton, “è un centro culturale che non ha nulla a che fare con Autostrade” e “che non stavamo discutendo di quello, del ponte Morandi che è cascato”.
Poi Toscani precisa: “Il ponte non c’entra nulla con le nostre attività, noi ci confrontavamo sulle forme di comunicazione moderna. E insomma tutto il casino che è stato montato ad arte su quell’incontro con le Sardine, Benetton, il ponte... ecco quello non ci interessa”. E nel ritornare a chiedere scusa a quanti ha offeso, in particolare il parenti delle vittime del crollo del ponte alla vigilia di Ferragosto di tre anni fa, Toscani ricorda di aver “sempre ammirato il riserbo, la dignità dei parenti delle vittime, la forza con la quale chiedono giustizia, la tenacia di un dolore mai esibito”.
“Sono un esperto e mi intendo di facce belle – aggiunge il fotografo – ebbene, tra quelle rivelate dal dolore in questo nostro disgraziato e magnifico paese, ricordo bene l’impressione che mi fece la signora Egle Possetti, che spesso li rappresenta, le parole che ha sempre saputo trovare, forti e persino scandalose nella richiesta di giustizia ma mai cupamente vendicative. Vorrei averli anche io dei parenti così se dovessi finire vittima di una tragedia come quella”.
Quanto all’incontro con le Sardine organizzato al centro creativo di Ponzano Veneto, Toscani dice che è “il movimento più interessante che in questo momento c’è al mondo”. Ci siamo cercati, aggiunge l’art director, “abbiamo deciso di invitarli a Fabrica dove c’è un gruppo di giovani trentenni di ogni nazionalità per confrontarci sul futuro, sulle tematiche che hanno a cuore, quelle che hanno poi riassunto nella lettera a Conte. Di quello abbiamo parlato, non di autostrade. Poi è arrivato Luciano Benetton a salutare – spiega ancora – anche lui curioso e abbiamo fatto una foto ricordo. Era un incontro privato e quella foto non era destinata alla pubblicazione, ma come ogni foto ricordo di questi tempi è finita online e il giorno dopo è successo il solito tiro a bersaglio: i poteri forti, il sistema...”.
Quanto alla trasmissione radiofonica Rai, Toscani a La Stampa, aggiunge solo: “Il conduttore continuava a chiedermi di Benetton e del Ponte, avremmo dovuto parlare della realtà di Fabrica: e anche se noi di Fabrica non abbiamo nulla a che fare col Ponte, lui continuava ad insistere. Volevo dire che il ponte in quel contesto non c’entrava nulla, si doveva parlare di comunicazione e di futuro” e così se ne è uscito sbottando con quella frase infelice. Poi un’ultima riflessione cn la Repubblica: “Io sono veramente toccato, ti rendi conto di che cosa è diventata la comunicazione oggi”…