Il nostro Paese ha guadagnato ben 12 punti dal 2012 ad oggi, ma l’ultimo anno segna una "decisa frenata": l’Italia ha un solo voto in più rispetto al 2018 nella classifica 2019 relativa all'indice di percezione della corruzione (Cpi) pubblicata oggi da Transparency International.
La classifica ci vede al 51esimo posto nel mondo con un punteggio di 53 punti su 100, migliore di un punto rispetto all’anno precedente: l’Italia, dunque, pur segnando un lieve miglioramento, rallenta la sua scalata. Rispetto al 2018 è salita di due posizioni, dalla 53esima alla 51esima, ma con un solo punto in più (da 52 a 53 su 100): un punteggio ancora a metà classifica (da 0 a 9 punti si parla di 'altamente corrotto', da 90 a 100 'senza corruzione') di certo migliore rispetto al 2012, prima dell'approvazione della legge Severino, quando l'Italia si trovava in 72esima posizione, con 42 punti.
Un 'trend' di crescita andato avanti negli ultimi anni in modo pressoché costante, con picchi positivi tra il 2014 (anno di istituzione dell'Anac) e il 2015, quando il nostro Paese scalò la classifica con 8 posizioni in più (dalla 69esima alla 61esima), e tra il 2016 e il 2017, quando l'Italia balzò dal 60esimo al 54esimo posto nella classifica dell'indice di percezione.