È un punto 'a sfavore' del papà separato che chiede l'affidamento dei figli l'accertamento, da parte di giudici ed operatori sociali, del fatto che, invece di passare assieme i momenti stabiliti, il genitore lasci i bambini in accudimento ai nonni. Lo si evince da una sentenza depositata oggi dalla prima sezione civile della Cassazione, inerente una causa di separazione tra due coniugi, dalle cui nozze sono nate due figlie.
La Corte d'appello aveva stabilito l'affidamento delle minori alla madre, nonché modificato il regime di visita tra le bambine e il padre, incaricando gli operatori del Comune di monitorare la situazione con la possibilità di intervenire "a limitazione o ad ampliamento" degli incontri tra le bimbe, il papà e i nonni paterni.
Nella sentenza, con cui i giudici del 'Palazzaccio' hanno confermato la decisione di secondo grado, si fa riferimento alla "scarsa presenza del padre in casa nei periodi in cui avrebbe dovuto tenere con se' le figlie" e della "delega dallo stesso operata delle sue funzioni genitoriali alla propria madre": il padre, avevano verificato i giudici, "trascorre poco tempo con le figlie che lascia con i propri genitori allontanandosi dalla loro casa, presso cui egli continua a portare le figlie, per tutti il giorno e tornando solo la sera".
"Una sentenza che non tiene conto del tempo presente"
"È una sentenza che va sicuramente interpretata ma che come al solito, non viene riproposta al contrario, verso la madre. Si contesta il fatto che i bambini stiano con i nonni, che il padre cioe' deleghi le funzioni di cura e studio a e loro ma non avviene mai il contrario nel caso in cui a farlo sia la madre. È una sentenza che non tiene conto del tempo presente". Lo afferma all'AGI l'avvocato Massimiliano Gabrielli, coordinatore nazionale dell'Associazione Padri Separati, commentando la sentenza della Cassazione in base alla quale, "è un punto 'a sfavore' del papa' separato che chiede l'affidamento dei figli l'accertamento, da parte di giudici ed operatori sociali, del fatto che, invece di passare assieme i momenti stabiliti, il genitore lasci i bambini in accudimento ai nonni".
"Sempre più spesso - aggiunge - ci troviamo davanti a padri che lavorano secondo un sistema di turni, o che non hanno una casa dove portare i figli. Prevale la figura del 'padre da centro commerciale' perché porta i figli in quel luogo dal momento che non ha una casa sua. Molto spesso, le disposizioni stabilite dai tribunali non tengono conto delle disponibilità di tempo dei genitori e delle difficoltà economiche dei padri per tenere i figli: il padre che esce dalla casa coniugale, a volte non ha abitazione adeguata ad accogliere la prole e se è fortunato, può appoggiarsi alla casa dei genitori".
"La realtà è questa, c'è poco da fare. Quando si hanno figli piccoli siamo tutti legati a doppio filo con i nonni. Ritengo che questa sia una indicazione non equilibrata per soppesare diritti e doveri. Al momento mi sto occupando del caso di un pilota e della sua separazione: non si riesce a far combaciare i suoi turni e le sue trasferte, con le esigenze della ex moglie e dei figli con lo sport, non si riesce a stabilire un calendario. La verità - conclude - è che invece andrebbe molto piu' valorizzata la presenza dei nonni, paterni e materni, per chi li ha. Nelle famiglie non divise, lasciare i figli ai nonni e' normale"