"L'idea era quella di riempire la piazza e cambiare un po' la percezione della politica. Direi che l'obiettivo è stato raggiunto". Lo ha detto il leader del movimento Mattia Santori a margine della manifestazione delle Sardine a piazza San Giovanni.
"Corriamo un unico rischio, credere che le sardine siano la soluzione a tutti i mali. Ma le sardine non esistono, sono persone che riempiono spazi con le loro idee e che vedono un nemico, il pensiero semplificato populista. Non vogliamo rubare le piazze a nessuno, né alla politica né a chi fa lotte dal basso", ha commentato Santori che ha aggiunto: "Siamo molto soddisfatti, riempire una piazza così è molto bello. Domani lavoriamo di nuovo per capire quale è il modo migliore per partire verso nuovi traguardi".
Un mese esatto dopo la prima manifestazione, quando in 13 mila a sorpresa hanno riempito piazza Maggiore a Bologna, il movimento delle 'sardine' tenta la prova della manifestazione a piazza San Giovanni a Roma. "Sarà una festa, sarà un segnale, saremo in tanti?", si domandano in questi giorni su Facebook gli animatori dell'evento.
Il messaggio resta sempre lo stesso: no al populismo, all'estrema destra nostalgica del fascismo, al razzismo e ad ogni forma di discriminazione. Una manifestazione apartitica, di un movimento appena nato, senza struttura e con tante anime differenti, per lanciare anche nella Capitale il movimentismo a contrasto di alcuni temi utilizzati dalla Lega di Matteo Salvini, che proprio della critica all'amministrazione cittadina M5s di Virginia Raggi ha fatto uno dei cavalli di battaglia degli ultimi mesi.
La prova non è delle più semplici. San Giovanni, piazza capace di contenere fino a 500 mila persone, dove se le presenze sono poche si vede subito. Un piazza identitaria - a lungo luogo delle adunate del Pci, dove sono stati celebrati i funerali laici con una folla oceanica di Enrico Berlinguer - divenuta negli ultimi decenni sede anche di manifestazioni del centrodestra come del M5s.
Da anni nessuno riesce più a riempirla, l'ultima adunata con una grande partecipazione resta quella prima delle elezioni del 2013 dei 5 Stelle, poco prima del loro exploit alle urne, quando Beppe Grillo parlò di 800 mila presenti. Prima di loro nel dicembre 2009 alta l'affluenza anche per il No-B Day, quando il Popolo Viola aveva parlato di 1 milione di persone, mentre la Questura ne aveva stimate 100 mila. Ma in città si sente ancora l'eco dei volenti scontri del 15 ottobre 2011, quando durante il corteo degli indignados gruppi di black block misero a soqquadro proprio la piazza di fronte alla Basilica.
Da quella data, di fatto, a Roma non si sono più viste manifestazioni con una alta partecipazione. Per domani l'obiettivo dichiarato delle sardine è quello di arrivare a 100 mila persone. "La nostra è un una protesta pacifica, animata da cittadini contrari ad una politica che porta la gente ad odiare - e ad odiarsi. Saremo in piazza non per dare delle risposte, ma per porre delle domande", spiega Stephen Ogongo, uno dei portavoce romani del movimento.
Non ha giovato alla mobilitazione in vista dell'appuntamento la sua intervista rilasciata al Fatto Quotidiano nei giorni scorsi in cui l'attivista aveva sostenuto: "Per me, almeno per ora, chiunque vuol scendere in piazza è il benvenuto. Che sia di sinistra, di Forza Italia o di CasaPound". Ne è seguito un diluvio di polemiche da parte degli attivisti, con Simone Di Stefano, uno dei leader nazionali, che ha annunciato la presenza in piazza della formazione di estrema destra, ed i 4 animatori bolognesi del movimento che hanno stigmatizzato: "Le Sardine sono antifasciste, Ogongo ha commesso una ingenuità". Domani la riuscita o meno dell'iniziativa si misurerà sul numero dei presenti in piazza.