Dei 124 mila euro di risarcimento richiesti dall’Inps, le due orfane del femminicidio che costò la vita a Cristina Biagi nel 2013, non dovranno restituire nemmeno un centesimo. Lo assicura il presidente dell’Istituto di previdenza, Pasquale Tridico, intervenuto su quello che nelle ultime ore è diventato un caso mediatico.
La somma, rappresenterebbe un risarcimento per un'altra vittima del caso, Salvatore Galdiero, l'uomo rimasto gravemente ferito dopo essere stato colpito con sei proiettili prima che l'ex marito di Cristina, Marco Loiola, sparasse anche alla donna di 38 anni per poi uccidersi. Ad occuparsi del rimborso per l'invalidità di Galdiero ora dovrebbero essere, secondo le regole dell'ente, le figlie di Cristina, minorenni (hanno 12 e 14 anni) ed orfane. Ma domenica a Radio Capital il presidente dell'Inps Pasquale Tridico ha annunciato di rinunciare al rimborso: "La lettera con la richiesta di risarcimento è un atto dovuto, ma l'Inps ha già contattato i familiari avvisandoli che non ci sarà alcun atto esecutivo”.
E in un’intervista al Corriere della Sera, Tridico racconta un fatto personale che lo avvicina alle due ragazze: “Mia sorella è stata uccisa da suo marito. So quello che provano quelle ragazze, non avrebbero mai dovuto pagare la somma richiesta". Poi prosegue: "È successo quando io ero un ragazzo. Per me mia sorella era ben più di una sorella. Io sono l'ultimo di sette fratelli, lei era la primogenita. Per alla fine era una seconda mamma”.
La vicenda ha richiamato anche l’attenzione del governo con il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova che via Facebook ha detto: “Faccio appello al presidente dell'INPS, Pasquale Tridico. A Marina di Massa, nel 2013, Marco Lojola uccise l'ex moglie, ferì gravemente un uomo e si uccise. Quel terribile femminicidio risparmiò due vittime, le più fragili: le figlie della coppia. Oggi l'INPS chiede alle due ragazzine 124mila euro per pagare l'indennità di malattia e l'assegno di invalidità all'uomo ferito dalla furia omicida del padre.
Un atto legittimo ma contrario a ogni buonsenso. Come Stato abbiamo il dovere di proteggere le vittime di femminicidio, non di vessarle. L'Inps rinunci al recupero coattivo di quelle somme, troviamo una soluzione a questo crudele paradosso. Quelle due giovanissime donne hanno già pagato un prezzo altissimo”.
Ma soprattutto, sul caso è intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha chiamato la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo per discutere la questione. Nei prossimi giorni è previsto un incontro con il Presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, per trovare una soluzione che tuteli tutte le persone coinvolte nella vicenda. "Il fatto che il presidente della Repubblica si sia interessato alle mie nipoti mi rassicura, finalmente, su una vicenda che non ci ha fatto dormire" a lungo. "Per noi Mattarella è un faro e ci commuove apprendere che una figura del suo spessore abbia deciso di aiutarci. Grazie", ha commentato il fratello della vittima, Alessio Biagi.
"Dall'inizio della vicenda – ha ricordato Tridico - l'Inps ha supportato la famiglia per ogni prestazione dovuta e non ha attivato alcuna azione per il recupero coattivo, nelle more dell'individuazione di una via d'uscita legale che tenga conto della particolare situazione delle due eredi minorenni".
"In settimana vedrò le ministre del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, e per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, per trovare una soluzione condivisa e definitiva, ma già domani si terrà una riunione tecnica presso il Ministero del Lavoro", ha riferito il numero uno dell'Inps, "intanto nei prossimi giorni la dirigenza e l'avvocatura locale prenderanno contatto con l'avvocato della famiglia".