Già dalle prime ore della mattina, con le intense precipitazioni che hanno trasformato i Sassi di Matera in un groviglio di torrenti e cascate, si era compreso che la giornata di ieri, sotto il profilo meteorologico, non sarebbe stata facile. Nei giorni precedenti le previsioni meteo e le immagini dei satelliti avevano evidenziato la presenza di due distinte tempeste all'interno dell'area di bassa pressione che aveva raggiunto il nostro paese.
Come ha spiegato all'Agi Claudio Cassardo, meteorologo dell'Università di Torino, questa particolare conformazione avrebbe potuto evolvere in maniera tale da generare due distinti Uragani Mediterranei (Medicane) che sono formazioni del tutto simili a quelli che si manifestano in aree tropicali (Tropical Like Cyclone TLC). Se fosse avvenuto si sarebbe trattato di un evento straordinario, perché in media questi eventi capitano una volta all'anno.
L'"incrocio" invece non c'è stato, perché il primo dei due sistemi nella sera di lunedì ha dato sì vita a un vero e proprio Medicane, ma la sua energia si è subito dissipata nel suo impatto con la costa algerina. è il secondo sistema, invece, ad aver spazzato la Penisola da Sud a Nord: nella mattina di martedì ha cominciato a ingrossarsi e a spostarsi dal mar di Sicilia verso nord lungo le coste ioniche dell'Isola per arrivare nel tardo pomeriggio a toccare le coste campane a Nord di Napoli.
Anche se non è mai arrivato a trasformarsi in un uragano mediterraneo, i fenomeni meteorologici che si sono verificati nelle regioni intorno al suo minimo, sono stati davvero molto violenti. Soprattutto lungo le coste. In Sicilia, a Licata, ma anche in altre località della costa sud orientale il mare in tempesta ha raggiunto strade e abitazioni sulla spinta di venti molto forti che da Capo Carbonara in Sardegna a Vieste sul Gargano, hanno raggiunto e superato i 100 chilometri all'ora.
Lo stesso anche lungo le coste ioniche della Basilicata, a Metaponto dove le onde del mare in tempesta hanno completamente mangiato la grande spiaggia ed eroso la linea di costa per tutto il pomeriggio, fino alla prima serata quando la tempesta ha toccato le coste della Campania generando forti piogge e mareggiate soprattutto nella zona a Nord di Napoli. La perturbazione non ha esaurito la sua forza ma ha continuato a produrre instabilità anche nelle ore immediatamente successive andando a rafforzare i venti di scirocco sull'Adriatico che poi hanno causato l'onda di marea eccezionale che ieri sera ha allagato Venezia e gran parte della costa settentrionale adriatica.
Ora l'attenzione si sposta a domenica prossima. "Nei prossimi giorni - ha spiegato Cassardo - altri minimi da ciclogenesi saranno in giro nel Mediterraneo occidentale o nei pressi dell'arco Alpino, con correnti decisamente più fresche e forte divario termico con le acque ancora relativamente calde dei nostri mari. In particolare, anche se è troppo presto per poterlo affermare, domenica prossima esiste qualche possibilità che possano esserci condizioni favorevoli allo sviluppo di un nuovo TLC, visto che potrebbe esserci un nuovo affondo di aria fredda sul Mediterraneo.