Tutto è iniziato in Senato, il 30 ottobre, quando è stata approva la mozione Segre con 151 sì e 98 astenuti per istituire la Commissione contro odio, razzismo e antisemitismo. Poi altre cose importanti sono accadute, innescando discussioni e polemiche su Twitter: martedì mattina uno striscione provocatorio di Forza Nuova è apparso di fronte al Municipio 6 a Milano, poco prima che iniziasse l’incontro di Liliana Segre con gli studenti del quartiere. Fino ad arrivare all’assegnazione della scorta a causa delle numerose minacce ricevute. Ora due carabinieri accompagneranno la senatrice di 89enne, che fu deportata nel campo di concentramento di Auschwitz quando aveva 14 anni.
La somma di tutti questi avvenimenti ha prodotto tantissimi contenuti su Twitter: 46mila tweet e oltre 237 mila condivisioni e più di 4 mila hashtag utilizzati, con una distribuzione pressoché omogenea in tutta Italia. Leggera prevalenza su due grandi aree metropolitane come Milano (dove risiede Segre) e Napoli. Un tema che scalda l’audience persino di più del taglio dei parlamentari (25 mila conversazioni pubblicate). Suddividendo l’analisi delle emozioni e delle reazioni sui diversi aspetti della vicenda, come si nota dal grafico, la solidarietà alla senatrice è prevalente su Twitter rispetto alle critiche alla commissione che presiede. Scorta alla senatrice, ma la Lega chiede l’esercito per Salvini
Ovviamente i politici si schierano, chi incondizionatamente al fianco della senatrice, chi invece facendo distinzioni e paragoni. La Lega, il cui account è il maggior produttore di contenuti (20%) sulla vicenda, confronta la situazione della senatrice Segre con quella del suo leader Matteo Salvini, chiedendo la protezione dell’esercito privato per quest’ultimo.
Boldrini (32%) e Zingaretti (16%) sono i più ritwittati, esprimendo totale solidarietà alla senatrice Segre, ma in generale è tutto il fronte progressista unito, con Cirinnà, Orfini, Fratoianni e anche i renziani Teresa Bellanova e Davide Faraone. Giorgia Meloni, con il 10% dei retweet, condivide un video del giornalista Nicola Porro che esprime un giudizio molto severo sulla commissione.