Nelle aule degli alunni italiani la tecnologia latita, perlomeno quella di ultima generazione. A confermarlo sono i dati dell'annuale Osservatorio sulla Scuola Digitale di Skuola.net, costruito grazie al contributo degli oltre 7 mila studenti - di scuole medie e superiori - intervistati dal portale tramite una web survey. È da qualche anno che la scuola italiana mostra segnali, seppur timidi, di crescita nell'ambito 'infrastrutture tecnologiche'.
Il problema, semmai, è che le strumentazioni installate oggi nascono già datate. L'apparecchiatura attualmente più diffusa, infatti, è la LIM - la Lavagna Interattiva Multimediale - che da poco tempo è praticamente onnipresente nelle aule (ne ha una l'88% degli studenti). Lavagna che però in molte parti d'Europa è già stata superata dalla rivoluzione introdotta dai più pratici e moderni pc o tablet, uno per studente, che permettono una didattica molto più interattiva e partecipata.
Un passo ulteriore che in tutta l'Italia (o quasi) la scuola non è stata in grado di fare. Se è vero che, in quasi 9 casi su 10, gli studenti raccontano di altri sistemi per tentare di rendere quanto più digitali le lezioni. Solo il 12% dei ragazzi, infatti, può sfruttare un dispositivo personale: all'8% gliel'ha fornito gratuitamente la scuola, il 4% lo ha avuto in comodato pagando un piccolo contributo.
Forse proprio per questo il freno a mano è stato tirato anche per quanto riguarda i libri di testo: nel 77% dei casi le scuole sono ferme esclusivamente ai classici libri cartacei, ripudiando i più leggeri e maneggevoli e-book. Appena 1 su 10 - ancora una volta - ormai studia solo su testi digitali. Dal sondaggio, però, emerge anche un'altra difficoltà: laddove le (poche) infrastrutture tecnologiche sono arrivate, non tutti riescono a impiegarle nella didattica di ogni giorno.
Ad esempio, il 35% degli studenti dichiara di avere un'aula computer nella propria scuola, ma di non utilizzarla mai, il 6% non usa la LIM anche se è disponibile, mentre il 45% dei ragazzi non può usare il telefono come supporto e integrazione per le spiegazioni dei docenti e il 10% (percentuale che sale al 15% se si considerano solo gli studenti del Mezzogiorno) non ha mai assistito a una lezione svolta col supporto di materiale multimediale. Carenze dovute anche, presumibilmente, alla mancanza di connessione, sia Wi-Fi che via cavo LAN; una situazione che si verifica nel 34% dei casi.
Dati molto allarmanti - conclude Skuola.net - soprattutto se contestualizzati con l'identikit dei ragazzi che frequentano le scuole oggi, ovvero la cosiddetta Generazione Z. Studenti nati nell'era digitale, con le conoscenze su pc e smartphone impresse nel DNA. Nozioni raramente sfruttate nel migliore dei modi dagli insegnanti e dai presidi, basti pensare che circa la metà degli intervistati (il 47%) non ha imparato quasi nulla di tutto ciò che sa delle nuove tecnologie grazie alla scuola.
Questo anche perché in 2 casi su 3 la scuola non si è mai preoccupata di organizzare corsi specifici, volti a migliorare le conoscenze degli studenti su, ad esempio, coding, programmi, sistemi operativi e stampanti 3D. Né tantomeno sulla sicurezza e il comportamento adeguato da tenere online, visto che il 40% (48% al Sud), non ha mai avuto l'opportunità di seguire a scuola lezioni contro i rischi della Rete.