Processato per sei anni dal 2012 e innocente per quattro volte. È successo a un sessantenne ragioniere milanese vittima di contestazioni ingiuste, per lo più provenienti dal suo entourage familiare. Ora chi lo ha accusato per reati rivelatisi inesistenti rischia il processo perché il pm Paola Biondolillo ne ha chiesto il rinvio a giudizio nei giorni scorsi.
Dal documento firmato dal magistrato, letto dall'Agi, è possibile ricostruire l'epopea giudiziaria dell'uomo. La sorella e il cognato sono indagati per calunnia perché lo avevano denunciato per stalking e, per essere più convincenti, avevano consegnato ai carabinieri lo sportello della casella postale dell'ufficio di lei sul quale risultava incollata una striscia di carta con la scritta 'str', attribuita al denunciato, poi assolto nel processo col rito abbreviato 'perché il fatto non sussiste'.
Un'altra denuncia infondata era arrivata dal padre e dalla sorella che avevano accusato il figlio (e, rispettivamente, fratello) di avere aggredito fisicamente e verbalmente il genitore. Per questo episodio, che poi si è accertato essere inventato, il padre aveva chiesto di dichiarare il figlio 'ingrato' per escluderlo dalla linea di successione. Il procedimento per calunnia nei confronti del padre si è estinto perché, nel frattempo, è morto, mentre la sorella risponde di falsa testimonianza per avere dichiarato di avere assistito all'aggressione, mai avvenuta.
Il pm ha chiesto il processo per falsa testimonianza anche nei confronti di un uomo, estraneo alla famiglia, che avrebbe reso fatto falsa testimonianza sempre nell'ambito del procedimento iniziato dal padre per la falsa aggressione. Il 'bilancio' finale: tre calunnie e due false testimonianze per le accuse ingiuste a un uomo uscito indenne da sei anni di tormenti familiari e giudiziari.