Condanna alla pena dell'ergastolo per Carmine Spada, detto "Romoletto", Roberto Spada e Ottavio Spada, detto "Marco". Lo ha deciso la corte d'assise accogliendo le richieste avanzate in tal senso dai pm Mario Palazzi e Ilaria Calò. Il processo a 24 imputati si è concluso con diciassette condanne, per un totale di 147 anni di reclusione, e sette assoluzioni.
Il clan Spada, inoltre, costituisce "un'associazione per delinquere di stampo mafioso". Lo ha deciso, dopo 10 ore di camera di consiglio, la corte d'assise di Roma nel processo, celebrato nell'aula bunker di Rebibbia, a carico di 24 imputati legati alla famiglia di Ostia.
"Sono indignato, è una follia vera". Così l'avvocato Mario Girardi, difensore di Carmine Spada. "Questa decisione è una vergogna, non condivisibile in alcuno aspetto".
Il procedimento chiuso oggi in primo grado è legato alla maxi-operazione delle forze dell'ordine, denominata 'Eclissi', che il 25 gennaio 2018 portò agli arresti di 32 persone legate al clan Spada.
Tra gli episodi contemplati nel capo di imputazione, c'è anche il duplice omicidio di due esponenti di un clan rivale, 'Baficchio' (Giovanni Galleoni) e 'Sorcanera' (Francesco Antonini), avvenuto il 22 novembre del 2011, di giorno e nel centro di Ostia. Da qui la condanna all'ergastolo dei tre Spada.
Le parole di Virginia Raggi
Tra gli altri reati formulati dai pm, a vario titolo, ci sono usura, favoreggiamento, estorsione, lesioni personali aggravate, violenza privata e incendio. Nell'aula bunker di Rebibbia, dove è stata pronunciata la sentenza era presente anche la sindaca della Capitale, Virginia Raggi, che ha commentato la decisione: "Questa sentenza riconosce che sul litorale di Roma c'è la mafia. Si può parlare di mafia a Roma. Ringrazio magistratura e forze dell'ordine e soprattutto quei cittadini che denunciano la criminalità. Io sono qui per stare accanto a quei cittadini. Restituire fiducia ai cittadini onesti che per troppo tempo hanno avuto paura".
Il commento di Libera
"La pronuncia della Corte di Assise di Roma con cui gli esponenti del clan Spada di Ostia sono stati condannati per associazione mafiosa delinea i connotati delle nuove mafie autoctone. Ancora una volta si certifica la natura mafiosa dei clan che si sono spartiti i traffici illeciti e che per anni hanno condizionatola vita economica e democratica del litorale romano, arrivando sin dentro il cuore della città". Questo il commento della realtà fondata da Don Ciotti che da più di vent'anni combatte le mafie.
"La sentenza conferma le solide ragioni che, nelle aule di giustizia e sul territorio, ispirano da anni l'impegno dell'associazione Libera che si è sempre battuta, con la massima determinazione, per respingere ogni strumentale minimizzazione delle presenze mafiose nelle realtà del centro-nord. La sentenza non ci deve far dimenticare che le mafie hanno una forte capacita' di rigenerarsi, per questo e' importante non abbassare la guardia. Oltre ai magistrati, il lavoro piu' importante di attenzione devono farlo tutti i giorni le istituzioni, la politica, le associazioni e cittadini".