Si risveglia lo Stromboli. Le reti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno registrato alle 12.17 una esplosione di forte intensità nell'area centro-meridionale della terrazza craterica del vulcano. I materiali sono ricaduti in tutta la terrazza craterica e lungo la Sciara del fuoco rotolando sino a raggiungere la linea di costa.
L'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia spiega che l'esplosione è classificabile come evento parossistico, ha provocato un flusso piroclastico lunga la Sciara del fuoco sviluppandosi per diverse centinaia di metri in mare. L'area di ricaduta dei prodotti dell'esplosione ha interessato tutta l'area sommitale del vulcano e la colonna eruttiva ha raggiunto un altezza superiore ai 2 chilometri.
L'analisi dei dati di deformazione del suolo non ha indicato anomalie di rilievo. Il flusso di SO2 non ha mostrato specifiche anomalie mantenendosi su un regime di degassamento su un livello medio. Dall'analisi del tracciato sismico si osserva, a partire dalle 12.16, una sequenza di eventi esplosivi, il più energetico dei quali si e' verificato alle ore 12.17. Dal punto di vista prettamente sismico tale sequenza puoòconsiderarsi confrontabile con l'episodio del 3 luglio scorso. Inoltre, un repentino incremento dell'ampiezza media del tremore vulcanico è stato osservato in concomitanza dell'evento esplosivo.
Una vita irrequieta
Lo Stromboli è un vulcano attivo e ne ha dato prova molte volte. L'eruzione che a più di un mese di distanza da quella che ha colpito principalmente Ginostra, ha scatenato di nuovo il panico tra i turisti è solo una delle tante nella storia del gigante siciliano.
Sequenze esplosive si sono verificate anche lo scorso anno, il 24 aprile, il 7 e il 18 marzo. E nel corso del 2017, il 1 dicembre, il 1 novembre, il 23 ottobre e il 26 luglio. Tra le più intense, oltre a quelle di questa estate, c'è l'attività eruttiva avvenuta tra il 2002 e il 2003.
Il 30 dicembre 2002 l'attività dello Stromboli ha causato una frana che, a sua volta, ha generato un'onda anomala di circa venti metri, causando feriti, danni a diverse imbarcazioni e ha fatto scattare il piano di evacuazione dell'isola.
Il maggior pericolo delle eruzioni dello Stromboli, infatti, è legato al rischio tsunami. Di recente uno studio italiano, pubblicato sulla rivista Scientific Reports ha documentato ben tre tsunami che nel Medioevo hanno raggiunto le coste della Campania. Stando ai ricercatori, sarebbero avvenuti nel periodo compreso fra il 1343 e il 1456. Il principale dei tre tsunami è stato quello del 1343 e, secondo gli esperti, è quasi certamente riconducibile alla grave devastazione dei porti di Napoli e Amalfi di cui fu testimone il poeta Petrarca. Questo induce a ritenere che le eruzioni dello Stromboli potrebbero avere effetti devastanti anche oggi.