Le forze dell'ordine sceglieranno l'agenzia di pompe funebri a cui affidare i funerali del piccolo Simone D'Antonio, nominando la stessa come ausiliaria di polizia giudiziaria. La decisione, apprende l'Agi, è stata presa proprio per evitare quanto successo per i funerali del cuginetto Alessio, le cui onoranze funebri sono state affidate a un'impresa in cui lavora Maurizio Cutello, attualmente sotto processo assieme ad Angelo Ventura, uno degli occupanti del Suv guidato da Rosario Greco che ha travolto i due bambini uccidendoli. L'agenzia nominata dalle forze dell'ordine provvederà pertanto a prelevare la salma del piccolo Simone all'obitorio dell'ospedale di Messina per portarla a Vittoria dove poi si terranno i funerali.
A dare la notizia per primo è stato il giornalista Paolo Borrometi che in un suo post su Facebook si è chiesto come è stato possibile che questa agenzia gestisca il funerale del povero Alessio. "La follia nella follia - scrive testualmente Borrometi - Fermate questo scempio, intervenite per evitare che i funerali del piccolo Alessio D'Antonio possano essere fatti da un amico di chi lo ha ucciso".
Anche il padre di Angelo Ventura, Giombattista 'Titta' Ventura, è sotto processo nell'ambito dello stesso procedimento, nato dell'operazione 'Survivors' coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania con il supporto investigativo di polizia, squadra mobile e carabinieri: associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni e alla intestazione fittizia di beni nel territorio di Vittoria sono i reati ipotizzati. Angelo Ventura e Maurizio Cutello erano stati entrambi arrestati e poi scarcerati dal Riesame assieme ad altri indagati. Il processo in cui sono imputati è iniziato da qualche mese.
"Spero che questa immane tragedia possa far comprendere ai cittadini che non si deve mai piegare la testa. Adesso è il momento di liberare Vittoria, di non dare scampo ai delinquenti, che abbiano i colletti bianchi o il sangue delle famiglie di mafia, poco importa". Lo afferma il giornalista Paolo Borrometi, che aggiunge: "Le parole del consuocero del capomafia, al di là degli insulti e delle minacce a me, contengono una frase emblematica 'la mafia a Vittoria non c'e''. Un negazionismo pericolosissimo che induce a omertà e indifferenza. Sta a noi giornalisti il compito di continuare a denunciare le malefatte dei vostri carnefici e non dargli scampo. I responsabili devono pagare, la giustizia deve essere inflessibile. Devono pagare fino all'ultimo, anche se sono rampolli di famiglie mafiose. I funerali fatti dall'Agenzia dell'amico del capomafia, Maurizio Cutello e a processo con lui, sono stati la testimonianza che lo Stato arranca. Le Forze dell'Ordine non riescono a controllare il territorio (non per colpa propria ma per mancanza di personale) e si rischia di consegnare le città in mano a delinquenti e mafiosi. In posti come Vittoria ci vuole forte la presenza dello Stato, con uomini, con mezzi (se necessario anche con l'esercito) e con la cultura. Se così non sarà è tutto finito. E solo così potremo ricordare i piccoli Alessio e Simone", conclude.
(Ha collaborato Giada Drocker)