"Con 65 sopravvissuti a bordo siamo ora sulla rotta per Lampedusa. Non siamo intimiditi da un ministro dell'Interno, ci dirigiamo verso il porto sicuro piu' vicino". Lo scrive su Twitter l'Ong Sea Eye che gestisce la nave Alan Kurdi. "Si applica la legge del mare, anche se alcuni esponenti governativi non vogliono ammetterlo", conclude.
In serata c'era stata una prima comunicazione, respinta dal board di comando della nave: "La cosiddetta Guardia Costiera libica ci ha assegnato un porto per le 65 persone a bordo. Abbiamo respinto questa indicazione. La Guardia Costiera finanziata dall'UE ci chiede di violare la legge internazionale: non rimetteremo le persone soccorse nei campi di tortura libici".
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