Marty McFly, protagonista di “Ritorno al futuro”, catapultato per sbaglio nel 1955 interferisce nel primo incontro tra i suoi genitori, ora deve recuperare la situazione convincendo il giovane e timoroso padre a chiedere di uscire alla madre, affinché tutto fili liscio e la sua nascita sia ancora possibile. Essendo McFly senior, nella sua versione giovanile, appassionato di storie fantascientifiche, decide di intrufolarsi nottetempo nella sua stanza e sistemargli in testa le cuffie del walkman che si è portato dietro dal 1985, sparando nelle orecchie del padre a tutto volume un’audiocassetta del leggendario chitarrista heavy Eddie Van Halen. Il padre naturalmente non ha idea di cosa sia un walkman così crede a quell’alieno che minaccia, con le note di Van Halen, di friggergli il cervello.
Già, nemmeno una mente fantascientifica avrebbe mai potuto pensare, negli anni ’50, che un’invenzione rivoluzionaria come il walkman potesse mai diventare realtà, addirittura un passato piuttosto remoto, eppure a questo siamo arrivati. Il walkman compie quarant’anni esatti, il primo luglio del 1979 la Sony presentava il suo nuovo prodotto, che non solo avrebbe avuto, col tempo, un successo globale, ma avrebbe cambiato, e cambiato per sempre, le modalità di approccio alla musica, diventata da quel giorno stabilmente e definitivamente portatile.
Leggenda vuole che l’idea del walkman sia venuta ad uno dei co-fondatori della Sony cui venne il desiderio di ascoltare l’Opera durante i suoi lunghi voli transoceanici, pare che il desiderio, perlomeno in quel primo viaggio, non fu esaudito, chi dice perché a metà volo le batterie si scaricarono e chi perché i suoi tecnici nella fretta di finire il progetto gli consegnarono per sbaglio dei nastri vuoti.
Poco importa, l’idea era davvero geniale e al passo con quegli anni ’80 che dal punto di vista tecnologico segnavano un boom di innovazioni che per sempre avrebbero cambiato la nostra vita. A questo proposito un’altra leggenda che gira parla dell’invenzione del walkman come una vendetta della Sony rispetto alle aziende concorrenti dopo il fallimento negli anni ’70 dei nastri Betmax, messi da parte in fretta quando la JVC mise sul mercato i VHS. Pare che ai tempi uno dei co-fondatori chiese pubblicamente “Non pensate che un lettore di cassette stereo, con cui è possibile ascoltare musica mentre si cammina, sia una buona idea?”.
Lo era ovviamente, il walkman, dopo un iniziale tentennamento (solo 3000 pezzi a fronte di un prezzo piuttosto basso, 200 dollari), grazie anche ad una campagna molto aggressiva si impose non solo come mezzo per ascoltare la musica ma come vero e proprio oggetto cult, uno dei simboli degli anni ’80. Le incursioni cinematografiche infatti non si limitano certo a “Ritorno al futuro”, anzi, il capolavoro di Robert Zemeckis debutterà cinque anni dopo un’altra scena memorabile, quella in cui Mathieu infila le cuffie del walkman in testa ad una giovanissima Sophie Marceau per estraniare il loro amore dal frastuono della discoteca dove si trovano; parliamo ovviamente del film “La Boum” o, come lo conosciamo noi in Italia, “Il tempo delle mele”.
Fu infatti questo altro cult movie, uscito in Francia proprio sei mesi dopo il lancio del walkman in Giappone a spedire il nuovo supporto nell’orbita universale della cultura strapop di quel decennio. Perché alla fine anche una tecnologia rivoluzionaria come quella del walkman aveva bisogno di essere in qualche modo collocata nel mercato, così il primo prototipo venne concepito con dei colori ben precisi: blu e argento, per richiamare la moda dei blue jeans.
Tecnicamente il primo walkman uscito dalla fabbrica si chiamava TPS-L2 e venne immesso nel mercato Giapponese creando una richiesta che presto superò l’offerta, anche per questo il lancio sul mercato, statunitense prima e mondiale dopo, andò a rilento. All’inizio negli altri paesi prese diversi nomi, negli Stati Uniti fu presentato come Soundabout, in Svezia era il Freestyle e nel Regno Unito era lo Stowaway, ma poi, cosa che dimostra in maniera tangibile il successo, diventò universalmente “walkman”, anche quando il prodotto non veniva sfornato dalla Sony, azienda che ne detiene il marchio registrato.
Un successo che cambierà la storia della musica nel 1983 quando le vendite di audiocassette superano ufficialmente quelle dei vinili, da quel momento la musica non sarà mai più la stessa. Tant’è che il Time lo inserisce al quarto posto della classifica dei supporti tecnologici più rivoluzionari della storia, dopo l’Iphone, la tv a colori della Sony (la “Trinitron”) e il primo prototipo di Macintosh della Apple.
Effettivamente il walkman fu uno dei più grandi successi della Sony, che perderà terreno qualche anno dopo, all’inizio del secolo, quando per il post-walkman, già surclassato alla metà dei ’90 dai lettori cd, tenta lo sfortunato lancio dei MiniDisc, cosa che si rivelerà un fallimento disastroso, mentre già cominciano a circolare i primi Mp3, che metteranno fine definitivamente alla cultura del supporto fisico che oggi segna qualche ripresa solo per l’accanimento di qualche nostalgico del vintage.