Alta tensione tra il governo e ArcelorMittal dopo che il colosso siderurgico franco-indiano ha minacciato la chiusura dell'ex Ilva a Taranto il 6 settembre e ha avviato la cassa integrazione dal primo luglio per 1395 dipendenti, con una durata di 13 settimane. È stato l'ad di ArcelorMittal Europa, Geert Van Poelvoorde, ad avvertire a margine di una conferenza a Bruxelles che la decisione di togliere l'immunità ai manager potrebbe portare a chiudere lo stabilimento tra poco piu' di due mesi: il governo "avrà le sue ragioni", ha spiegato a proposito delle misure contenute nel Dl crescita, "ma diciamo che in queste condizioni non si puo' andare avanti perché non posso mandare i miei manager lì ad essere responsabili penalmente in una situazione già fuori norma perché l'impianto é sotto sequestro".
Successivamente in un comunicato l'azienda ha ribadito questa linea, pur dicendosi "aperta al dialogo con il Governo" e continuando "a sperare in una conclusione soddisfacente". Il Mise ha fatto filtrare la sua irritazione condannando quello che fonti del ministero hanno definito "un atteggiamento irresponsabile".
"Vogliamo trovare una soluzione assieme ad Arcelor Mittal" perché "l'avvio della Cig per i lavoratori dell'Ilva tramite comunicato stampa é un atteggiamento irresponsabile che mina l'equilibrio sociale del territorio di Taranto", hanno spiegato le stesse fonti. Forte preoccupazione è stata espressa dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, il quale ha auspicato "che il Governo agisca in fretta per mettere in sicurezza la vicenda".
Il vicepremier Matteo Salvini, da parte sua, ha sottolineato che "con 15 mila posti di lavoro non si scherza" e ha affermato che avrebbe mantenuto "le garanzie legali" per i manager perché "non si puo' cambiare un contratto in corso d'opera". Una chiara frecciata alla scelta M5s di eliminare le immunità. Critico anche il Pd che con Emanuele Fiano ha chiesto che il ministro Luigi Di Maio riferisca in aula alla Camera.
Sul piede di guerra i sindacati con Fim, Fiom e Uilm che hanno scritto all'amminsitratore delegato, Matthieu Jehl e al responsabile della Risorse Umane, Annalisa Pasquini, definendo "irresponsabile" l'atteggiamento dell'azienda che a loro dire mostra "la scarsa propensione al dialogo e soprattutto l'arroganza di chi vuole procedere con l'avvio della cassa integrazione senza un reale confronto di merito ed un approfondimento della fase di incertezza che vive lo stabilimento di Taranto".
Un confronto tra le parti, come riferito da fonti ministeriali, è stato fissato per il 4 luglio. All'incontro parteciperanno il ministro allo Sviluppo economico, Luigi Di Maio e il management di ArcelorMittal, compreso lo stesso Ad, Matthieu Jehl.