Potrebbe non essere così rapido il percorso che porterà alla nomina del nuovo capo della Procura di Roma, guidata per sette anni da Giuseppe Pignatone, andato in pensione ai primi di maggio per limiti di età. Ad appena sei giorni dal voto della Commissione direttivi del Consiglio Superiore della Magistratura, che ha espresso 4 preferenze per l'attuale pg di Firenze Marcello Viola e una sola per Franco Lo Voi, capo della Procura di Palermo, e per Giuseppe Creazzo, capo della Procura di Firenze, l'ufficio giudiziario di piazzale Clodio è travolto da liti interne e polemiche tra correnti che potrebbero condizionare il voto sul successore di Pignatone.
Voto atteso per la metà di giugno, da parte del plenum di Palazzo dei Marescialli, chiamato tra l'altro a dire la sua sui nomi dei nuovi due procuratori aggiunti: per un posto un candidato forte è Luca Palamara, pm a Roma, esponente di spicco di Unicost nonché ex presidente dell'Anm ed ex componente del Csm. Ma Palamara è indagato per corruzione dalla Procura di Perugia per presunti rapporti con l'imprenditore Fabrizio Centofanti, arrestato nel febbraio del 2018 per reati di natura fiscale e ritenuto vicino all'avvocato Piero Amara, che ha patteggiato una condanna a 3 anni per sentenze 'pilotate' al Consiglio di Stato.
Palamara, che ha chiesto ai colleghi umbri di essere interrogato al più presto per chiarire la sua posizione, ha anche respinto con forza quanto ricostruito da alcuni quotidiani secondo cui assieme al deputato Pd, Cosimo Maria Ferri (per anni leader di Magistratura Indipendente, la corrente di destra delle toghe) sta lavorando per portare avanti il nome di Viola rispetto a quello di Lo Voi (anche lui di MI ma votato in Commissione da un togato di Area) che, alla vigilia, sembrava destinato a raccogliere senza troppa fatica l'eredita' di Pignatone ponendosi come garante di una continuità nella gestione dell'ufficio.
"Mai, e sottolineo mai, baratterei il mio lavoro e la mia professione per alcunché - ha fatto sapere Palamara - e sono troppo rispettoso delle prerogative del Csm per permettermi di interferire sulle sue scelte ed in particolare sulla scelta del procuratore di Roma e dei suoi aggiunti". Sul caso Palamara la Prima Commissione del Csm aprirà una pratica e lo stesso è già stato fatto su un esposto presentato dal pm di Roma Stefano Rocco Fava che riguarda Pignatone e il procuratore aggiunto Paolo Ielo su presunti comportamenti scorretti nella gestione del fascicolo riguardante Amara.
A piazzale Clodio la tensione è palpabile. Chi ha apprezzato il lavoro svolto da Pignatone non sembra avere dubbi: "Il plenum dovrebbe quantomeno disporre l'audizione dei tre candidati che la Prima Commissione ha ritenuto di non fare. La partita per la nomina del nuovo procuratore di Roma non può chiudersi così in fretta", è l'auspicio di un pm.
Lo stesso magistrato pronostica: "Slitterà sicuramente a dopo l'estate. E poi sbaglia chi pensa che Pignatone, andando in pensione, abbia lasciato qui solo macerie e spaccature fra noi. Solo sei colleghi, sui cento che siamo, si sono rifiutati di partecipare al regalo di addio che tra l'altro Pignatone ha voluto che venisse devoluto alla Comunità di Sant'Egidio".
Il dibattito sulla successione
"Conosco Viola solo di nome - è il parere di un altro pm - ma credo che alla luce di quanto emerso su Palamara le nomine dei tre indicati dalla Commissione vadano riviste". Un magistrato esperto di piazzale Clodio non fa fatica ad ammettere "che da quando Pignatone è andato via la situazione è esplosa e ci sta rendendo meno credibili agli occhi dei cittadini che ci considerano troppo orientati politicamente. Metterci mano sarà complicato. Alcuni articoli di stampa di questi giorni - aggiunge - sono 'pilotati' dall'alto e non fanno che avvelenare un clima già teso".
Più tranchant un sostituto procuratore abituato a lavorare su inchieste delicatissime: "Viola è una bravissima persona, ma sono seriamente preoccupato perché lui non è l'uomo giusto. È troppo debole, non ha il carattere giusto per sopportare certe pressioni. Questa procura rischia di tornare quello che era, 'il porto delle nebbie'. Lo Voi ha fatto indagini vere sulle mafie, Viola l'unica Procura seria che ha diretto è Trapani che non ha neanche la Dda".
Chi sponsorizza, invece, l'attuale pg di Firenze ha l'entusiasmo alle stelle: "Qui dopo sette anni si respira aria di cambiamento. Ne vedremo delle belle. Io - confessa - sono stato più volte sul punto di andarmene da Roma perché con Pignatone era impossibile lavorare". Un altro magistrato spiega perché Viola rappresenta la scelta giusta: "Anzitutto, conosce la mafia per essere stato procuratore di Trapani e gip a Palermo. È vero, non ha esperienze di Procura distrettuale ma non le aveva neppure Lo Voi quando fu nominato capo della procura di Palermo mentre era a Eurojust".
"Andatevi a rivedere cosa dissero all'epoca i tre esponenti di Area quando, contestando la sua nomina, lo definirono 'pupo'. Viola, poi, sa fare squadra - prosegue - Pignatone, invece, aveva il suo 'cerchio magico', si fidava di pochi colleghi anche se poi con il tempo ha allargato il gruppo di 'affezionati'. È vero, il suo ufficio negli ultimi sette anni ha raccolto risultati investigativi riconosciuti da tutti (da Mafia Capitale in poi), ma solo a livello mediatico. In realtà, centinaia e centinaia di fascicoli relativi a reati di minore caratura ma di maggiore interesse per i cittadini che chiedono e pretendono giustizia non hanno avuto affatto un percorso preferenziale e sono arrivati in tribunale già prescritti".
Chiude un altro pm, vicino a Pignatone: "La realtà è che abbiamo dato fastidio ai potenti e continueremo a farlo. Stanno cercando di farci fuori, ma noi andremo avanti".