Se si tornasse a votare oggi per il Campidoglio centrosinistra e centrodestra si contenderebbero la partita, con le due coalizioni trainate da Pd e Lega distanziate di appena due punti, mentre il M5s - al governo della città da tre anni con Virginia Raggi - resterebbe fuori anche dal ballottaggio.
Ipotesi di scuola, per ora, ma il risultato cittadino del voto per le elezioni europee vede l'attuale maggioranza in Campidoglio perdere consensi, soprattutto in quelle periferie più difficili, da Tor Bella Monaca ad Ostia, che negli ultimi anni erano state serbatoio di voti pentastellati.
Un segnale che Virginia Raggi dovrà provare a cogliere, selezionando una serie di progetti che realmente la sua maggioranza è in grado di concretizzare negli ultimi due anni di mandato per non rischiare di trasformarli in un lento spegnimento dell'esperienza amministrativa pentastellata.
Ecco allora che nelle prossime settimane torneranno temi caldi il possibile rimpasto di giunta - crescono le quotazioni di Dario Tamburrano come assessore all'Ambiente (casella vacante da tre mesi e mezzo) qualora non centrasse il seggio a Bruxelles - e l'approvazione della variante urbanistica per il via libera definitivo al progetto dello stadio dell'As Roma.
Va affrontata anche la nomina del Cda Ama per l'approvazione del bilancio 2017, vicenda oggetto di indagini della procura, senza dimenticare il bando per l'acquisto di 240 nuovi bus per l'Atac, la cui scadenza è stata prorogata a giugno per non rischiare che andasse deserto.
Insomma, tutti i dossier più sentiti dai romani su trasporti, rifiuti e decoro che da mesi si accumulano sul tavolo della sindaca senza aver trovato ancora risposte definitive.
Anche perché, ora forte del risultato ottenuto, la Lega sta già lavorando da settimane alla presentazione nel corso di giugno di un programma di massima per il Campidoglio, su cui lavorare per lanciare l'assalto a Palazzo Senatorio, come nuovo soggetto forte della coalizione di centro destra anche sulle rive del Tevere. Mentre il Pd, nella città del segretario Nicola Zingaretti, rivendica di essere tornato primo partito.
I voti a Roma, partito per partito
I numeri conclusivi dello spoglio nelle 2.600 sezioni cittadine dicono Pd primo partito con il 30,6% dei consensi, seguito dalla vera novità nella capitale - in linea con il voto nazionale - con la Lega che tocca quota 25,7%, risultato mai raggiunto prima in città. Basti pensare che solo tre anni fa, alle ultime comunali, a Roma la Lega non correva nemmeno: era presente solamente la lista Noi con Salvini, che prese il 2,7% dei consensi. Terza forza i 5 Stelle, distanziati al 17,5%.
I 5 Stelle perdono consensi soprattutto nelle periferie, a vantaggio in diversi casi della Lega. Caso emblematico il Municipio VI, quello di Tor Bella Monaca e Torre Maura, dove il partito di Matteo Salvini balza al 36,7%, ottenendo il picco dei voti in città, mentre il M5s quasi dimezza i consensi passando dal 42% delle comunali 2016 al 24%.
Oppure sul litorale di Ostia, nel Municipio X, dove la Lega incassa il 29,2% e il 5 Stelle si ferma al 23%. I pentastellati vanno male soprattutto in centro: nel Municipio I manca di pochi decimali il 10%, nel II (Parioli, Trieste, San Lorenzo) si ferma al 9%.
I quartieri centrali si confermano invece roccaforte del Pd, che ottiene il 41,2% in primo, il 40% nel secondo, il 38% in ottavo, alla Garbatella e il 32% in terzo, zona Salario, ovvero nei quattro Municipi a guida centrosinistra. A destra Fratelli d'Italia consolida il suo radicamento a Roma con l'8.7% e picchi vicini al 10% in alcuni Municipi, distanziando Forza Italia che si ferma al 5,5%, sotto la media nazionale.
Nel campo progressista +Europa in città supera la sua media nazionale ottenendo il 4%, con punte maggiori nei quartieri del centro storico, male invece la Sinistra che non conferma le sue sacche di voto cittadine e si ferma al 2,8%.
Un altro 2,2% va ai Verdi. Non sfonda l'estrema destra, che anche dopo la visibilità mediatica ottenuta nelle proteste che si sono sviluppate in alcune periferie difficili negli ultimi mesi - da Torre Maura a Casal Bruciato - incassa appena 0,4% con CasaPound e 0,09% con Forza Nuova.
Con 77.269 il vice premier e leader della Lega Matteo Salvini è il più votato nelle 2.600 sezioni di Roma al livello di preferenze. Il secondo candidato al livello di preferenze nella Capitale è Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa attivo nel sostegno ai migranti, che ha ottenuto 33.699 voti.
Per la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni invece sono 27.214 le preferenze segnate in città. Il presidente uscente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, di Forza Italia, ha collezionato 10.394 voti. Nettamente sopra la performance degli altri candidati di +Europa la leader radicale Emma Bonino, alla quale vanno 10.705 peferenze. Tra i 5 Stelle la piu' votata in città è Daniela Rondinelli con 9.438 voti.