Riprendono le partenze di migranti dalla Libia e i porti italiani tornano, di fatto, ad aprirsi. Ma nel Mediterraneo si continua a morire, come nel naufragio al largo della Tunisia costato la vita ad una settantina di persone. Ad Augusta, intorno alle 12.30, è approdata nave "Stromboli" della Marina militare con i 36 migranti salvati ieri a 65 miglia dalle coste libiche dal pattugliatore "Cigala Fulgosi": "erano in imminente pericolo di vita", ha spiegato la Marina.
Situazione più complessa per i 30 (compresi due donne incinte, una piccola di un anno e quattro minori non accompagnati) recuperati da "Mare Jonio", l'unità della Ong "Mediterranea", che ha puntato su Lampedusa: a bordo sono saliti i militari della Guardia di finanza che hanno proceduto - secondo quanto anticipato dal Viminale - ad un 'sequestro di iniziativa' dopo aver rilevato alcune irregolarità.
Nel pomeriggio è arrivata la notizia dell'iscrizione dei componenti dell'equipaggio nel registro degli indagati della procura di Agrigento per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: l'iscrizione, hanno precisato fonti dell'ufficio inquirente diretto da Luigi Patronaggio e dall'aggiunto Salvatore Vella, è un atto dovuto sulla base della relazione inviata dalle fiamme gialle.
L'indagine ipotizza anche, a carico dei 30 migranti salvati in acque libiche, il reato di clandestinità. Puntuale la replica della Ong: il "sequestro è un atto per tentare di fermarci. Ma importante per noi è che le persone siano salve. Unico crimine è far morire la gente in mare o in Libia".
Più tardi, altri 70 migranti a bordo di due unità della Guardia di finanza e della Guardia costiera hanno fatto rotta sull'isola dopo essere stati trasbordati da un barcone intercettato a 11 miglia dal porto: "Qui entrano tutti", ha confermato il sindaco Totò Martello, "i porti sono aperti o sono chiusi? Ce lo spieghi Matteo Salvini".
"Le decisioni che sono state prese, come sempre, sono di tutto il governo. La cosa positiva è che questa nave è stata sequestrata un'altra volta - ha commentato il vicepremier Luigi Di Maio interpellato dai cronisti in relazione alla "Mare Jonio" - spero che si arrenda e smetta di girare nel Mediterraneo facendo una serie di azioni che evidentemente hanno qualcosa che non va".
"I naufraghi salvati dalla Marina Militare saranno distribuiti in altri Paesi dell'Unione europea", ha assicurato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. "Ormai credo che conoscano tutti il modello con cui si muove questo governo, quello della sicurezza e della legalità. Quando c'è una imbarcazione che prende acqua, che non ha dei sistemi di sicurezza tali da salvare chi sta a bordo, è obbligatorio intervenire. Altrimenti si compie un reato. L'importante è che non faccia tutto solo l'Italia".
Inevitabile il corollario di polemiche politiche. "Penso che anche la vicenda di oggi dimostri che sull'immigrazione non c'è una politica estera in questo Paese, veniamo esclusi da tutti i tavoli internazionali di discussioni di dossier che riguardano l'Italia", ha accusato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: "Ci sono solo comizi e chiusure e gli effetti sono che, ogni tanto, ci ritroviamo di fronte a delle emergenze". Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, ha chiesto di "coniugare legalità e umanità".
"Ancora morti nel Mediterraneo - ha denunciato l'ex ministro - E siamo solo a maggio. Qual è la strategia del governo per affrontare un eventuale aggravarsi di questa emergenza umanitaria? Conte venga in Parlamento e chiarisca la linea". "Augurarsi che Nave 'Mare Jonio' smetta di navigare al più presto significa volere che una bimba come Alima salvata da Mediterranea possa morire in mezzo al mare - ha obiettato Erasmo Palazzotto de La Sinistra - Caro Di Maio non riesco davvero a capire come si faccia a fare politica in modo cosi' cinico e spietato".