Dopo quattro giorni sulla bocca di mezza Italia, viste le violente proteste di una parte dei residenti e dell'estrema destra per l'assegnazione di una casa popolare ad una famiglia rom, Casal Bruciato prova a tornare alla normalità. Il presidio delle forze dell'ordine a vigilare sul cortile di accesso allo stabile di via Satta è ancora presente ma con un numero inferiore di uomini e mezzi.
Per ora la decisione della famiglia, sostenuta dal Papa e dalla sindaca Virginia Raggi, di rimanere nell'appartamento che le è stato legittimamente assegnato dal Campidoglio sembra pagare. Una scelta che segna una discontinuità rispetto alle due rivolte analoghe avvenute ad aprile, a Torre Maura e sempre a Casal Bruciato, terminate con una 'vittoria' della protesta di piazza e la rinuncia dei rom agli immobili a loro assegnati.
La famiglia Omerovic è assistita da una rete fatta di servizi sociali del Campidoglio e volontari dei movimenti per il diritto all'abitare che li assistono, restando in casa con le 4 persone del nucleo familiare presenti al momento. Già da ieri il capo famiglia ha provato a scendere di casa da solo, nell'anonimato, per comprare qualche genere alimentare.
Ieri sera, invece, alcuni residenti hanno organizzato una cena in strada a piazza Balsamo Crivelli a base di pizza come provocatoria risposta alla volontà avanzata dalla famiglia rom di allestire un pranzo per conoscere il vicinato. Ora la sfida per i nuovi arrivati è costruire una quotidianità giorno per giorno a Casal Bruciato.