"Anch'io da papà sto pregando per la bimba di Napoli finita dove non doveva finire, in un regolamento di conti fra criminali. Ma almeno si ammazzassero tra loro senza rompere le scatole alle persone normali". Lo ha detto Matteo Salvini, a Firenze per un incontro elettorale. A Napoli, ha aggiunto il vicepremier, "il ministro manda poliziotti, soldati e telecamere; ma se invece il sindaco si occupa di organizzare una flotta per andare a recuperare gli immigrati, i napoletani dovranno cambiare sindaco".
Le condizioni della bambina sono ancora "estremamente gravi". La piccola, ferita nel conflitto a fuoco venerdì, soffre di "una grave insufficienza respiratoria derivante dal danno polmonare", come ha riferito il personale dell'azienda ospedaliera Santobono, la struttura in cui è ricoverata. La prognosi rimane riservata e la bimba che è tenuta in stato di sedazione e collegata al ventilatore meccanico. Gli esami hanno escluso la compromissione del sistema nervoso centrale e periferico.
"Da padre, prima che da rappresentante delle istituzioni, prometto alla famiglia della piccola e a tutti i cittadini che non avrò pace finché i responsabili non saranno arrestati, processati, condannati e sbattuti in galera per il resto dei loro giorni" ha detto Salvini in un'intervista al quotidiano napoletano "Roma".
Il vicepremier auspica di "far partire proprio da Napoli un'onda di riscossa civile che contagi tutto il Paese, che superi tutte le divisioni politiche in nome della legalità". Quanto alle cause economiche della malavita, "è evidente che la risposta non possa essere solo il reddito di cittadinanza, ma il rilancio del lavoro. E' il lavoro che crea dignità ed è la dignità a creare le condizioni per una società libera dai suoi oppressori".