“Un colpo netto, al cuore, per fare uscire più sangue possibile”: così lo chef Gianfranco Vissani ha spiegato ai microfoni di “Un giorno da pecora” su Radio 1 Rai come ha ucciso 12 capretti e 20 agnelli per Pasqua. Parole che gli hanno procurato una denuncia da parte dell’Alleanza Popolare Ecologista.
“Non mi dispiace ammazzare gli agnelli - aveva spiegato lo chef - perché mio padre li uccideva a mani nude. E li ho uccisi anche io. È come il pollo o il coniglio. Bisogna utilizzare sempre un piccolo coltello che possa arrivare al cuore per fare uscire più sangue possibile, con un colpo secco, in modo che la carne rimanga bianca. Non mi fa impressione”.
La colpa di Vissani - ha spiegato Rinaldo Sidoli, segretario di Alleanza Popolare Ecologista - è quella di non aver seguito la procedura corretta: "L'atto di macellare un animale senza stordimento è una violazione dell’art. 4 del D.Lgs. 6 novembre 2013 n. 131, e nel caso di uccisione e maltrattamento di animali si risponde penalmente in base all`art. 544-bis e 544-ter del codice penale”.
“Un simile messaggio di morte, indipendentemente dalla veridicità di quanto dichiarato da Gianfranco Vissani, può avere un carattere emulativo”, ha continuato ancora Sidoli. "Godeva nello spiegare come uccidere un agnello" ha commentato Daniela Martani, ex concorrente del Grande Fratello e "pasionaria" della vertenza Alitalia, ora attivista vegana dell'associazione Alleanza Popolare Ecologista.
Come funziona la legge?
In Italia esiste la normativa sulla protezione degli animali durante l’abbattimento (REGOLAMENTO CE n. 1099/2009). La norma non si applica solo se gli animali sono abbattuti:
– durante esperimenti scientifici
– durante attività venatoria o di pesca ricreativa
– durante eventi culturali o sportivi
E non si applica ai volatili da cortile, conigli e lepri macellati per uso domestico.
Per legge, tutti gli animali devono essere abbattuti esclusivamente dopo lo stordimento. La perdita di coscienza e di sensibilità deve essere mantenuta fino alla morte dell’animale”. L’unica eccezione è costituita da animali sottoposti a metodi di macellazione prescritti da riti religiosi, a condizione che la macellazione abbia luogo in un macello.
Va limitato comunque “l’uso di strumenti che trasmettono scariche elettriche. Possono essere usati solo su bovini o suini adulti. Le scariche devono essere di massimo 1 secondo, applicate solo sui muscoli degli arti posteriori e non devono essere ripetute se l’animale non reagisce”.
Prima della macellazione gli operatori devono evitare agli animali dolori, ansia o sofferenze evitabili. E garantire che questi:
a) siano puliti e in condizioni termiche adeguate. Vanno evitate loro cadute o scivolamenti.
b) siano protetti da ferite
c) siano maneggiati e custoditi tenendo conto del loro comportamento normale
d) non mostrino segni di dolore o paura evitabili o comportamenti anomali
e) non soffrano per la mancanza prolungata di cibo o acqua
f) non siano costretti ad interagire con altri animali se questo potrebbe avere effetti dannosi per il loro benessere.
Nel caso specifico degli ovini, si legge sul Manuale delle buone pratiche, gli elettrodi vanno applicati ai lati della testa tra gli occhi e la base delle orecchie. È preferibile bagnare il vello dell’animale per ridurre la resistenza. Poi si può procedere al dissanguamento: per assicurare il quale, gli ovicaprini devono essere dissanguati il prima possibile e comunque entro al massimo 15 secondi dallo stordimento. Il metodo migliore è quello di recidere sia le arterie carotidi che le vene giugulari o effettuare un dissanguamento profondo.
Cosa non fare
È vietato, sempre:
- Percuotere o calciare gli animali
- Comprimere parti del corpo sensibili
- Sospendere gli animali
- Sollevare o trascinare gli animali per la testa, per le orecchie, le corna, le zampe, la coda o il vello
- Usare pungoli o strumenti aguzzi
- Ostruire il passaggio di un animale+Torcere, schiacciare o spezzare le code degli animali o afferrare gli occhi di qualsiasi animale
- Gli animali non devono essere legati per le corna, i palchi, gli anelli nasali, le zampe legate assieme
- Se gli animali sono legati, il mezzo usato non deve ledere o strangolare l’animale, deve consentire di coricarsi, bere o mangiare
- Gli animali che non sono in grado di camminare non vanno trascinati fino al luogo di macellazione, ma vanno abbattuti sul posto
I mammiferi nei locali di stabulazione (esclusi i conigli e le lepri):
– devono avere spazio sufficiente per mantenere la posizione eretta, coricarsi e, esclusi i bovini tenuti individualmente, girarsi
– devono essere custoditi, impedendo loro di fuggire e proteggendoli dai predatori
– per ogni recinto deve essere indicata data e ora di arrivo e, esclusi i bovini tenuti individualmente, il numero massimo di animali.
– prima dell’arrivo di qualsiasi animale devono essere preparati i recinti per l’isolamento degli animali che richiedono cure specifiche.
Le condizioni e lo stato di salute degli animali nei locali di stabulazione devono inoltre essere verificati regolarmente.
Le norme sul dissanguamento
- Se la stessa persona è responsabile dello stordimento, dell’agganciamento, della sospensione e del dissanguamento degli animali, tali operazioni devono essere eseguite consecutivamente su un solo animale prima di passare a un altro animale.
- In caso di semplice stordimento o di macellazione seguendo riti religiosi, deve essere eseguita la recisione di entrambe le carotidi o dei vasi sanguigni da cui esse si dipartono. La stimolazione elettrica è eseguita soltanto dopo aver verificato l’incoscienza dell’animale. L’ulteriore preparazione o scottatura è eseguita soltanto dopo aver verificato l’assenza di segni di vita nell’animale.
- I volatili non sono macellati per mezzo di dispositivi per la decapitazione automatica a meno che non possa essere accertata l’effettiva recisione di entrambi i vasi sanguigni. In caso di inefficacia del dispositivo di decapitazione il volatile deve essere macellato immediatamente.