Anche se con una velocità limitata e contingentata a 50 chilometri orari per motivi di sicurezza, e su un solo binario, dallo scorso 4 marzo i treni di Ferrotramviaria sono tornati a circolare sulla Ruvo-Corato in provincia di Bari. È un pezzo di quella linea che il 12 luglio 2016 vide lo scontro tra due convogli. Bilancio tragico con la morte di 23 persone e il ferimento di altre 51. Una vicenda per la quale l’11 aprile è cominciato, in Corte d’Assise a Trani, il processo per 18 imputati: 17 persone fisiche e la società Ferrotramviaria spa.
Tra gli imputati, i vertici e i dirigenti di Ferrotramviaria, i capistazione di Andria e Corato e l'unico capotreno sopravvissuto. Che sono chiamati a rispondere, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, nonché violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. La società Ferrotramviaria, imputata come persona giuridica, risponde dell’illecito amministrativo legato ai reati commessi da vertici e dirigenti.
La vicenda
La vicenda è nota. A provocare lo scontro fu, probabilmente, un errore umano nel sistema del blocco telefonico, cioè la comunicazione telefonica (tramite fonogramma) tra le due stazioni, metodo ritenuto obsoleto e insicuro dalla Procura di Trani. Ma, secondo l'ipotesi accusatoria, una parte l’ebbero anche una serie di concause e “leggerezze” amministrative, insieme alla mancata applicazione, da parte della società Ferrotramviaria, di aggiornati sistemi di sicurezza, in particolare il segnalamento automatico Scmt (Sistema di controllo marcia treno) che consente di sopperire in tempo ad eventuali errori umani o tecnologici.
E pensare che quella linea doveva essere ammodernata già a fine 2015. Ma, come spesso accade nei lavori pubblici e nella costruzione delle infrastrutture, le date fissate non vengono rispettate e restano scadenze temporali che ingialliscono miseramente o sulle copertine delle scartoffie o sulle tabelle poste all’ingresso del cantiere. E così l’appalto per ristrutturare la linea Andria-Corato si è sbloccato solo nella primavera del 2017.
Tuttavia già nel 2014, due anni prima della tragedia, la Regione Puglia aveva preso atto che la data del 2015 era saltata e non aveva più alcun valore, tanto da decidere il 10 luglio del 2014 la riprogrammazione dividendo l’intervento in due lotti e trasferendolo, come copertura finanziaria, dai fondi europei 2007-2013 a quelli del 2014-2020. Parliamo del progetto complessivo di potenziamento della Bari-Barletta che la Regione Puglia approvò nel 2016 per candidarlo al successivo quadro di programmazione europea.
Si arriva così, dopo mille traversie, alla primavera di due anni fa quando Ferrotramviaria firma il contratto di affidamento all’impresa Cemes di Pisa. A seguire, i primi lavori per alcune opere civili nell’area di Corato ritenute dai tecnici molto impegnative in quanto comprensive della realizzazione di due sottopassi e un sovrappasso necessari a chiudere un gruppo di passaggi a livello: 9 dei 10 oggi esistenti. Adesso la nuova roadmap prevede che i lavori si concludano in 450 giorni. A maggio di due anni fa era stata invece prevista un’altra data, fine 2018, anche questa però saltata.
La riattivazione della linea
Sulla Andria-Corato, l’ultimo punto aggiornato è di fine febbraio scorso da parte dell’assessore alle Opere pubbliche della Regione Puglia, Giovanni Giannini. La riattivazione della Ruvo-Corato, seppure con velocità ridotta, “è un ulteriore tassello - ha dichiarato - che ristabilisce in parte la continuità della circolazione, consentendo agli utenti di viaggiare direttamente e senza interruzioni da Bari a Corato e viceversa.
Dopo aver già completato le opere civili sul secondo binario sempre sulla Ruvo-Corato, sono in fase di contrattualizzazione anche gli affidamenti per gli impianti di segnalamento e sicurezza che verranno completati nei primi mesi del 2020 e saranno utili a ripristinare le originarie velocità di percorrenza, superando gli attuali 50 km orari imposti dall’Ansf” (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie).
Il cantiere per il raddoppio
Per Giannini, inoltre, “anche il cantiere per il raddoppio della Corato-Andria (per 33 milioni di euro) procede. Siamo quasi al 40 per cento dell’avanzamento contabile e con una previsione di completamento entro la fine dell’anno. Va segnalato che il passaggio sotto il controllo dell’Agenzia nazionale ha visto avviare un obbligatorio iter di riesame, rivalutazione e validazione di tutti i progetti iniziali, compresi quelli esaminati da Ustif” - Ufficio speciale trasporti a impianti fissi, organo del ministero - “con un inevitabile allungamento dei tempi di esecuzione degli stessi elaborati”.
L’assessore Giannini ha anche annunciato che “sono prossimi all’apertura anche i cantieri per il secondo fronte di stazione di Barletta (totale 4 milioni di euro) e per l’interramento della linea nell’abitato di Andria (totale 91 milioni di euro). Le procedure di gara sono in via di definizione avendo già espletato la fase della prequalifica delle imprese, con una previsione, qualora non intervengano imprevisti, di conclusione della realizzazione dell’opera entro il 2022”.
E prima che Giannini facesse il punto, Ferrotramviaria, in un vertice con gli amministratori locali e i sindacati, confermando la data del 4 marzo per la Ruvo-Corato, aveva illustrato il cronoprogramma relativo al “Grande progetto di interramento ferroviario”. L’opera, il cui costo globale ammonta a 180 milioni di euro, prevede il raddoppio per 13 chilometri del binario sulla Corato-Barletta; l'interramento della ferrovia nell’area di Andria per 2,9 chilometri; tre nuove fermate, parcheggi di scambio intermodali in prossimità di 11 stazioni-fermate ferroviarie con circa 2000 posti auto; l’eliminazione di 13 passaggi a livello. I lavori di interramento ferroviario ad Andria verranno avviati nel 2020 e dovranno essere completato nell’arco di due anni. Periodo nel quale, ha specificato Ferrotramviaria, si continuerà a viaggiare sui bus sostitutivi.
Le proteste dei pendolari
Inoltre nel 2019, ha annunciato ancora Ferrotramviaria, verranno ultimate le procedure burocratiche relative all’affidamento della parte restante dei lavori relativi all’interramento ferroviario e per la realizzazione delle stazioni Andria centro e Andria nord, sulle quali si è in attesa del parere definitivo della Regione Puglia. Va detto che prima della riapertura della Ruvo-Corato, c’era stato un altro step importante quasi un anno fa. Il Comune di Corato ha rilasciato il permesso di costruire, autorizzazione, questa, che già in aprile era stata rilasciata anche da Andria. In questo modo diventano disponibili tutte le aree di cantiere necessarie per realizzare il raddoppio dei binari.
I continui slittamenti temporali provocano ovviamente proteste (e disagi) in quanti si muovono per lavoro, studio o altre necessità tra questi Comuni del Barese. Grazia Di Bari, consigliere comunale M5S ad Andria, ha sollevato un mese fa il fatto che proprio per la Ruvo-Corato siano trascorsi 15 mesi tra conclusione del raddoppio ad agosto 2017 (ma per ora si viaggia su binario unico) e collaudo a novembre scorso.
“Queste opere - ha rammentato Di Bari -, che rientrano nel “Grande progetto di adeguamento” della Barletta-Bari, sarebbero dovute terminare nel 2015, invece dovremo attendere il 2020 per iniziare a vederle funzionare in maniera completa. Quindi con 5 anni di ritardo, se tutto va bene, i cittadini potranno usufruire del 50 per cento del “Grande progetto ferroviario”. Nel frattempo, dovranno continuare a viaggiare nelle condizioni che i pendolari ben conoscono e che alcuni politici regionali ignorano o fanno finta di ignorare”.