Basta con l’eliminazione dei lupi. E anche con gli “abbattimenti controllati”, come previsto dal piano consegnato nel 2017 dal ministero guidato all’epoca da Gianluca Galletti, che aveva provocato accese polemiche. Soprattutto tra ambientalisti e animalisti, impegnati in una battaglia contro quella che veniva ritenuta una “misura punitiva per una specie fondamentale” per garantire la biodiversità di una specie salvatasi miracolosamente dall’estinzione.
Lo si legge su La Stampa in un articolo che spiega il nuovo “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia” secondo le regole stabilite dal ministro dell’Ambiente del governo gialloverde Sergio Costa per sostituire quello esistente che risale all’anno 2002.
È, di fatto, un contrordine. Non si spara più nel mucchio e indistintamente. Ma ciò non cheta gli animi. “Stavolta protestano invece le associazioni degli allevatori – si legge nel testo dell’articolo -, e probabilmente lo faranno anche la Regione Veneto e la provincia di Trento, tutt’e due a guida leghista: il Carroccio da tempo ha deciso di cavalcare la protesta di chi di tanto in tanto trova una pecora o una mucca all’alpeggio mangiata dai lupi”, anche se il quotidiano sottolinea: “I danni (nell’ordine di duecentomila euro annui, insomma non certo ingentissimi) sono sempre economicamente compensati, ma ormai la questione è diventata simbolica, e dunque politica” e pertanto non è detto che il nuovo Piano varato dal ministro entrato nel mirino della Lega di Salvini riesca a vedere la luce (una certa freddezza c’è anche da parte della Provincia di Bolzano e della Regione Toscana). Il responso tocca ora alla Conferenza Stato-Regioni cui è affidato il compito di doverlo approvare.
“Non servono gli abbattimenti ma una strategia” sottolinea il Corriere in cronaca. Frase dello stesso ministro che su La Stampa diventa “una strategia che abbiamo delineato in 22 azioni di mitigazione” perché “la convivenza con i lupi è possibile”. In che modo? Per il quotidiano di via Solferino, che riporta una dichiarazione del Wwf, per la gestione della convivenza “servono adeguate compensazione dei danni combattendo anche “disinformazione e scarsa conoscenza delle corrette misure di prevenzione dei danni provocati” dai lupi mentre per il quotidiano di Torino la strada “è quella di una prevenzione attiva e diversificata dei possibili conflitti” con greggi o altri animali preda o di eventuali danni all’agricoltura. Tra le 22 azioni indicate si prevede un maggiore contrasto al bracconaggio e la prevenzione delle ibridazioni tra lupi e cani, causa dei maggiori contrasti con le attività produttive sul territorio oltre ad un maggiore coinvolgimento del ministero dell’Ambiente “nel monitoraggio attraverso il suo istituto di ricerca Ispra”. Nel mirino anche l’impatto dei cani vaganti e degli ibridi lupo-cane circa la conservazione della specie.
“Nella campagna di censimento del 2017-2018 – ricorda il Corriere - sulle Alpi sono stati segnalati 293 animali (dai 100-130 del 2015), mentre sugli Appennini la stima media è di 1.580 esemplari, pari a quella del 2015. In Italia è presente il 10% dell’intera popolazione di lupi in Europa (Russia esclusa)”. “La convivenza con i lupi è possibile” torna a ripetere il ministro.