Ha "spostato" l'inizio della loro relazione quando il ragazzino aveva già compiuto 14 anni la 31enne di Prato agli arresti domiciliari per la violenza sessuale sul minore da cui ha avuto anche un figlio.
Durante l'interrogatorio di garanzia con il gip, la donna ha fornito una versione dei fatti che però al momento non la mette al riparo dalle accuse mosse dalla procura nei suoi confronti visto che, essendo stata equiparata ad un'insegnante, ciò implica un innalzamento a sedici anni della soglia del consenso da parte della 'vittima'.
Al termine del lungo interrogatorio, i legali della donna non hanno tuttavia chiesto la revoca della misura emessa lo scorso 25 marzo. Lo faranno con un ricorso al tribunale del riesame di Firenze, che sarà discusso nei prossimi giorni.
Anche i pm vanno avanti con la loro indagine: il prossimo passaggio dovrebbe essere l'incidente probatorio per "congelare" il racconto del ragazzino, oggi 15enne.
La vicenda è sulla bocca di tutti da quando i genitori del minorenne hanno denunciato la donna. Infermiera, sposata, con un figlio di 7 anni, lei è l’amica di famiglia chiamata a dare ripetizioni di inglese al ragazzino. E sui libri sarebbe nata la storia tra i due finita di recente - sembra - con un ricatto: “Se mi lasci racconto a tutti che il bambino è figlio tuo”. I genitori del ragazzo erano allarmati per il comportamento del figlio e per il contenuto di alcune chat trovate nel telefonino del giovane. Per ricostruire tali conversazioni la polizia ha sequestrato anche il telefono della 40enne, da stamani ai domiciliari in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare richiesta al gip dai pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli.
La donna è agli arresti domiciliari dopo che l'esame del Dna ha certificato che il bambino appartiene al ragazzo. La risposta è arrivata lo scorso 11 marzo quando la donna, assistita dagli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri, si era presentata in procura per rendere dichiarazioni sulla vicenda.
Anche il marito della donna è indagato. Nei suoi confronti la procura contesta il reato di alterazione di stato, ovvero di aver prodotto falsità nella formazione dell'atto di nascita del bambino nato dalla relazione fra la moglie e il ragazzo. Secondo gli investigatori della squadra mobile di Prato, l'uomo, ascoltato anch'egli dagli inquirenti, sarebbe stato a conoscenza dei fatti.
Nel computer della donna sono stati trovati accessi a siti pedopornografici, ha detto il procuratore capo di Prato, Giuseppe Nicolosi. Secondo il gip che ha disposto gli arresti domiciliari, sussiste sia il pericolo che la donna reiteri il reato (risulta inoltre che abbia contatti anche con altri minori) che quello di inquinamento delle prove.
I contatti tra lei e la vittima, sono durati fino a pochi giorni prima della perquisizione. La squadra mobile ha recuperato 170 pagine di chat fra loro, in cui la donna, secondo quanto ricostruito, 'minaccerebbe' il giovane di rivelare ciò che è avvenuto tra loro qualora questi avesse interrotto la relazione.