Il boss della camorra, Marco Di Lauro, è stato arrestato a Napoli dalla polizia e dai carabinieri in una operazione congiunta. Era l'ultimo dei figli di Paolo Di Lauro, protagonista della faida di Scampia, ancora libero. Era latitante da lungo tempo. "Catturato il superlatitante di camorra Marco Di Lauro, grazie a un'operazione congiunta di Polizia e Carabinieri. Complimenti alle forze dell'ordine, che dopo l'arresto di un terrorista algerino dell'Isis mettono a segno un'altra operazione importantissima. Nessuna tregua ai criminali", dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il boss è stato arrestato nel corso di una operazione congiunta di polizia e carabinieri. Di Lauro si trovava in un appartamento in via Scaglione, nel quartiere di Chiaiano, a Napoli.
L'uomo si è lasciato ammanettare senza dire neanche una parola. L'abitazione era stata data in affitto a una persona sulla quale sono in corso accertamenti per comprendere se si tratti di un prestanome o di qualcuno che in modo ignaro ha subaffittato al boss. Con Di Lauro, c'era la sua compagna. Lui era in tuta, lei in vestaglia e non erano armati né in casa c'erano armi. L'appartamento era costituito da una camera da letto, un bagno, un terrazzino con affaccio su un cortile interno e un salone all'interno del quale era stata ricavato uno spazio attrezzato per il sollevamento pesi, dato che Marco Di Lauro è molto attento alla sua forma fisica. Era al piano rialzato di una palazzina a due piani in via Scaglione.
Lo attende una condanna a 11 anni di carcere
Marco Di Lauro, 38 anni, era latitante del 7 dicembre 2004, quando si sottrasse a un maxi-blitz, era ricercato per associazione a delinquere di stampo mafioso e diversi altri reati. Dal 17 novembre 2006 era ricercato anche in campo internazionale perché il suo nome era stato inserito nella lista dei latitanti di massima pericolosità. È il quarto figlio del boss Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo 'o milionario, storico capo dell'omonimo clan di Secondigliano. Era sfuggito alla cattura delle forze dell'ordine in due diversi blitz, a dicembre 2016 e a marzo 2017.
Marco Di Lauro deve scontare una condanna definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso a 11 anni di carcere, pena comminatagli al termine del processo nato dal maxi blitz con oltre 50 arresti del 2004 durante il quale si rese latitante. Per l'omicidio di Attilio Romanò, ucciso per errore dalla camorra, ha avuto l'ergastolo in primo e secondo grado, ma la condanna è stata annullata in Cassazione con rinvio degli atti e adesso pende in Corte d'appello da alcuni anni il processo. Per l'omicidio di Luigi Buono, Di Lauro ha avuto l'ergastolo in primo grado ed è stato assolto in appello e in Cassazione. Nei suoi confronti, nel 2015, è stata emessa una ordinanza per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.
Il racconto della cattura
Dopo 14 anni c'è stata "una fibrillazione tecnica molto importante nel primo pomeriggio" e, dato che da anni ci sono "uomini e donne che lavorano alla sua cattura", "si è arrivati ad individuare il covo", ha spiegato il questore di Napoli, Antonio De Iesu, raccontando i retroscena della cattura del secondo latitante per importanza dopo Matteo Messina Denaro. "Era in un appartamento modesto e si è preoccupato dei suoi gatti quando centocinquanta uomini hanno circondato la sua casa nell'area nord di Napoli", aggiunge il generale dei carabinieri Ubaldo del Monaco. L'appartamento è stato circondato, e Di Lauro non aveva documenti falsi, e al momento dell cattura "stava mangiando un piatto di pasta con i pistacchi". La compagna era intenta nelle faccende domestiche. "Non ci sono stati particolari momenti di tensione quando abbiamo fatto irruzione", continua De Iesu. Alla sua individuazione si è arrivati dopo anni di intercettazioni e pedinamenti.