La paura è all'origine delle dittature e i migranti sono un dono, ha detto il Papa

Afp -  Papa Francesco e giovani, Circo Massimo-Roma (AFP)
"Questo ripiegamento su sè stessi, segno di sconfitta, accresce il nostro timore verso gli altri, gli sconosciuti, gli emarginati, i forestieri. E questo si nota particolarmente oggi, di fronte all'arrivo di migranti e rifugiati che bussano alla nostra porta in cerca di protezione, sicurezza e un futuro migliore"."Il timore è legittimo, anche perché manca la preparazione a questo incontro. Non è facile entrare nella cultura altrui, mettersi nei panni di persone così diverse da noi, comprenderne i pensieri e le esperienze. E così, spesso, rinunciamo all'incontro con l'altro e alziamo barriere per difenderci"."Siamo chiamati invece a superare la paura per aprirci all'incontro. E per fare questo non bastano giustificazioni razionali e calcoli statistici. Mosè dice al popolo di fronte al Mar Rosso, con un nemico agguerrito che lo incalza alle spalle: 'Non abbiate paura' perché il Signore non abbandona il suo popolo, ma agisce misteriosamente nella storia per realizzare il suo piano di salvezza. È Lui che bussa alla nostra porta affamato, assetato, forestiero, nudo, malato e carcerato, chiedendo di essere incontrato e assistito. È davvero Lui, anche se i nostri occhi fanno fatica a riconoscerLo: coi vestiti rotti, con i piedi sporchi, col volto deformato, il corpo piagato, incapace di parlare la nostra lingua..."."Anche noi, come Pietro, potremmo essere tentati di mettere Gesù alla prova, di chiedergli un segno. E magari, dopo qualche passo titubante verso di Lui, rimanere nuovamente vittime delle nostre paure. Ma il Signore non ci abbandona! Anche se siamo uomini e donne di poca fede, Cristo continua a tendere la sua mano per salvarci e permettere l'incontro con Lui, un incontro che ci salva e ci restituisce la gioia di essere suoi discepoli. E chi ha avuto la forza di lasciarsi liberare dalla paura, chi ha sperimentato la gioia di questo incontro è chiamato oggi ad annunciarlo sui tetti, apertamente, per aiutare altri a fare lo stesso, predisponendosi all'incontro con Cristo e la sua salvezza".
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