"Mi hanno fatto diventare, mio malgrado, un personaggio politico. Ho tanta gente che mi segue, potrei anche vincere se dovessi decidere di candidarmi alle prossime elezioni europee". A poche ore dalla conferma del divieto di dimora a Riace per l'operazione Xenia, il sindaco, sospeso, Mimmo Lucano, apre all'ipotesi di una candidatura alle prossime elezioni europee.
Presto un incontro con De Magistris
"La mia idea è di non farlo, anche per rispondere con i fatti a chi mi accusa di avere fatto tutto questo per interessi - ha aggiunto Lucano conversando con l'AGI - ma tanti partiti me lo chiedono, pur consapevoli che io sono legato ai miei ideali che erano quelli di una sinistra extraparlamentare". L'ipotesi di una candidatura è, comunque, molto concreta: "In questa settimana incontrerò il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, anche per ragionare su questa ipotesi che ripeto essere molto remota, perché non vorrei andare via e non so quale potrebbe essere il mio contributo".
Nell'ambito di questi confronti politici, Lucano ha raccontato di avere incontrato in questi giorni anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, sostenitore del sindaco di Riace, e a sua volta costretto a vivere nel suo paese per un obbligo di dimora: "Sono andato a trovarlo a San Giovanni in Fiore, il suo paese. Mi ha consigliato una sola cosa: che dobbiamo essere forti".
"Se mi dimettessi, potrei tornare"
Lucano ha poi svelato di valutare le dimissioni per poter tornare nel suo paese, ora retto dal vicesindaco: "Aspettiamo qualche giorno e poi vediamo. Il giudice che ha confermato il divieto di dimora dice che non ci sono nuovi elementi, quindi se dovessi dimettermi potrei tornare a Riace perché non sarei piu' sindaco". "Se sto pensando di dimettermi? Sì, lo sto pensando - ha spiegato Lucano - ma c'è anche l'orgoglio. Però abito persino in una casa senza riscaldamenti, non è facile". L'obiettivo di Lucano è quello di mettere in piedi una fondazione per aiutare i migranti: "Mi concentrerò su questo, oltre che su risolvere le questioni delle accuse".
"Non ce la faccio più, devo prendere psicofarmaci"
"Non ce la faccio più, ho l'animo a pezzi. Non è giusto quello che mi stanno facendo", ha proseguito Lucano, che ora vive nella sua modesta abitazione di Caulonia Marina, centro a pochi chilometri da Riace, "devo rispondere di due reati rispetto alla misura cautelare senza sapere nemmeno se mai si farà un processo. Dobbiamo essere consapevoli che se mai avessi fatto queste cose, e non è vero, l'obiettivo era solo quello di evitare questi viaggi con la gente che finisce in mare. Io ho fatto tutto solo per umanità, perché - domanda - questa ingiustizia? Devo prendere persino psicofarmaci".
"Salvini si è macchiato di un reato contro l'umanità"
"Salvini si dovrebbe vergognare insieme a tutto il governo. Loro sì che si sono macchiati di un reato contro l'umanità", prosegue Lucano, "anche in Europa molti dovrebbero vergognarsi perché non capiscono che i migranti si mettono su quelle navi solo per vivere, per scappare da guerre e miseria. Questo Salvini lo dimentica, ma siamo davanti ad una palese ingiustizia, con persone che muoiono di fame. Se adesso non arrivano più immigrati vuol dire che sono chiusi nei lager in Libia. Salvini e tutto il governo dovrebbero avere gli incubi durante la notte".
Ricordando l'accusa nei suoi confronti di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e il salvataggio, pochi giorni fa, di un gruppo di migranti alla deriva a Torre di Melissa, nel Crotonese, da parte di cittadini e dello stesso sindaco del paese, Lucano ha aggiunto: "Allora anche quel sindaco dovrebbe essere accusato di favoreggiamento dell'immigrazione, ma invece ha solo salvato delle vite umane".