Di Fernando Aiuti, l’immunologo scomparso improvvisamente a Roma il 9 gennaio, resteranno gli studi, le pubblicazioni, ma soprattutto gli effetti della sua battaglia contro i pregiudizi sull’Hiv e l’Aids, concentrati in un’immagine che ne è subito diventata un simbolo. Un bacio dato ad una paziente affetta da Hiv, Rosaria Iardino.
Un bacio tenero, che sembra spontaneo ma pensato come strategia comunicativa per abbattere il muro del pregiudizio che in quegli anni c’era in Italia.
Era il 2 dicembre del 1991 e, ricorda la stessa Iardino a Radio Capital, “decidemmo di fare quella fotografia, non è stata una cosa improvvisata come raccontarono le cronache di allora, ma una cosa studiata, un gesto di comunicazione che poi è diventata la più bella e simpatica campagna di comunicazione contro il pregiudizio sull’Hiv mai fatta”.
Con quel bacio il professor Aiuti dimostrò che l'Hiv non si poteva contrarre col contatto, nemmeno con un bacio, e che dunque non c'era nulla da temere a mostrare affetto ad una persona in cura. Il gesto fu semplice, ma contribuì in maniera determinante a esorcizzare le paure verso chi avesse contratto il virus dell’Hiv, anche se quel virus è la causa che può portare ad ammalarsi di Aids.
Un gesto che aiutò a esorcizzare la paura, spesso irrazionale, nei confronti della malattia. Iardino, la donna baciata dal professor Aiuri nella foto, contrasse il virus a 17 anni e tutt’ora è in buona salute. Aveva 25 anni al tempo del bacio. “È morto Fernando Aiuti, il mio uomo del bacio, grande immunologo e uomo, con lui ho litigato tantissime volte. Ricordando l’uomo e il professore non posso fare altro che dire grazie per il suo enorme contributo alla lotta contro l’Aids”, è stato il suo ricordo su Twitter.