È il meteo il principale responsabile dell’aria irrespirabile di Milano in seguito al grosso incendio scoppiato domenica sera alla IpB Italia di via Chiasserini, ditta di stoccaggio rifiuti che operava abusivamente nel quartiere Bovisasca-Quarto Oggiaro. Stando a quanto riferito dall’Arpa infatti la scarsa circolazione atmosferica sulla zona di interesse fa sì che l’odore acre, simile a quello della gomma che brucia - ed in effetti nel capannone c’erano prevalentemente gommapiuma e stracci - si spanda lentamente su tutta la città.
Nelle ultime ore si è rilevata calma di vento o vento molto debole (la velocità è inferiore a un metro per secondo) di direzione variabile o, più frequentemente, proveniente dal quadrante nordest. Ecco che i quartieri investiti stamattina dai miasmi sono stati infatti Città Studi e limitrofi, mentre ieri ad essere stata interessata era stata la zona ovest della città, fino al Giambellino. La situazione però potrebbe non migliorare visto che non si attendono variazioni di rilievo, e che nei prossimi giorni prevarranno condizioni di calma di vento.
Le capacità dispersive dell’atmosfera risulteranno pertanto molto limitate e prevarrà una condizione di “ristagno della massa d’aria al suolo”: ovvero l’alta pressione schiaccerà a terra la nube di fumo e il relativo olezzo. L’incendio infatti - sebbene sotto controllo - è ancora in corso e i vigili del fuoco stanno procedendo a piccoli passi con lo smassamento visto che il tetto del capannone è pericolante. Non c’è pericolo comunque per la salute: l’Arpa procede con i monitoraggi dell’aria sia nella zona interessata sia nel resto della città grazie ad uno strumento digitale, il Pid, dotato di display, in grado di misurare la concentrazione di sostanze. Intanto però sui social, ma anche per strada, nei bar e sui mezzi pubblici è psicosi: centinaia le segnalazioni a tutte le forze pubbliche da ogni parte della città. Mentre nelle farmacie è boom di acquisti di mascherine.