Nella notte Verona si è autoproclamata “città a favore della vita”. Il Comune, nella notte, con un 21 consiglieri favorevoli e 6 contrari, prende una posizione ufficiale sulla questione aborto. Il testo approvato infatti prevede di inserire nell'assestamento di bilancio finanziamenti ad associazioni e progetti che operano nel territorio, e promuovere il progetto regionale "Culla Segreta", “un servizio gratuito – come si legge sul sito del comune di Verona - a sostegno della maternità e della famiglia. La donna in gravidanza che non riesce a superare gli ostacoli legati alla maternità, potrà compiere una scelta consapevole e responsabile, partorire in modo riservato, restare anonima, e non riconoscere il neonato alla nascita, che verrà inserito in una famiglia adottiva idonea, scelta dal Tribunale dei Minorenni”.
Bocciata invece la proposta per la sepoltura automatica dei feti abortiti. Verona, città dove l’attuale ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana ha svolto il ruolo di vicesindaco, si conferma campo per una battaglia che si credeva ormai lasciata alle spalle, ma che la votazione di stanotte riaccende in maniera aspra e improvvisa. Il testo è stato approvato e votato anche dal capogruppo in quota Pd, una donna tra l’altro, Carla Padovani, che oggi subisce gli attacchi anche di compagni di partito come la deputata Pd, anche lei veronese, Alessia Rota, che dal suo profilo Facebook tuona: “Nella notte Verona e le sue cittadine hanno subito uno schiaffo inaccettabile. Il voto del consiglio comunale per dichiarare Verona “città a favore delle vita” ci ha riportato indietro ad anni in cui le donne morivano per le interruzioni di gravidanza e proliferavano gli aborti clandestini. La nostra città non deve dare ulteriori prove di essere a favore della vita: Verona è medaglia d’oro della liberazione dal nazifascismo. L’approvazione nottetempo delle mozioni leghiste, invece, la rende un luogo ostile alle donne e carico di ipocrisia. Spiace che anche all’interno del Partito Democratico Veronese ci sia chi, come Carla Padovani, non abbia capito la gravità di quanto la Lega stava cercando di fare, rendendo il corpo delle donne una merce di scambio politico. Una grave responsabilità sia verso le cittadine e i cittadini, sia per non aver informato il gruppo e per non averlo rappresentato, ma abbiamo la consapevolezza che si tratta di una posizione del tutto personale”.
Significativa la protesta del movimento femminista 'Non una di meno – Verona', che ha presenziato alla votazione indossando gli abiti delle ancelle della meravigliosa serie tv “Handmaid’s Tale”, ispirata al celebre romanzo, manifesto femminista, di Margaret Atwood; e che oggi sul profilo Facebook del gruppo attaccano duramente il consigliere leghista Zelger “che ha proposto la mozione sulla 194 votata ieri dal consiglio comunale di Verona e che nei giorni scorsi ha invitato consorelle e confratelli a pregare perché la stessa venisse approvata, in aula l’ha presentata così: dicendo che è doverosa, proprio nell’anniversario della 194, che la legge è responsabile del calo demografico, che - citando a suo dire «dati inoppugnabili" - l’aborto «ha ucciso 50 milioni di italiani in 40 anni», che l’interruzione di gravidanza viene «utilizzata come mezzo di controllo delle nascite», che è aumentato l’aborto di emergenza. E ancora, mostrando un pezzetto di plastica grande come una noce, ma con le sembianze di un bambino: «Non so se voi ve ne rendete conto, ma un bambino che ha 10 settimane è grande così».