Articolo aggiornato alle ore 18,30 dell'11 agosto 2018.
Un bambino è stato ucciso da un batterio killer all'ospedale Civile di Brescia. Il bimbo è stato vittima un'infezione provocata dal batterio noto come serratia marcescens. Il fratello gemello pur colpito dal batterio è vivo. Dopo il decesso, il reparto è stato visitato dai carabinieri del Nas: i militari hanno acquisito documentazione e fatto i primi accertamenti sul personale entrato in contatto con il bambino, per capire se il batterio è stato portato da esterni.
Alcuni bambini presenterebbero i segni clinici della malattia mentre per altri si parla di semplice colonizzazione, come ha confermato la direttrice sanitaria del Civile, Frida Fagantini. Il batterio, particolarmente resistente all'aggressione degli antibiotici, è stato isolato in alcuni bambini ricoverati nella Patologia neonatale già a fine luglio, attorno al 20 del mese. Sarebbero sette o otto i piccoli coinvolti dall'infezione, che colpisce il sistema gastrointestinale dei neonati prematuri.
L’infezione da serratia viene contratta per lo più in ambito ospedaliero, in seguito a lungo ricovero o all’inserimento di cateteri per via endovenosa, intraperitoneale o urinaria o all’inserimento di strumenti medici volti ad agevolare la funzionalità respiratoria o ancora all’effettuazione di trasfusioni o di infusioni endovenose contaminate. L’infezione da serratia può manifestarsi attraverso questi sintomi: febbre, brividi, insufficienza respiratoria, shock settico.
Le malattie che possono associarsi a un’infezione da serratia sono: infezioni al tratto respiratorio, al tratto urinario, intra-addominali, cutanee, oculari e dei tessuti molii, oltre a meningite, osteomielite e artrite, endocardite, otite e parotite. Presente in genere nel suolo, nelle acque di superficie o di scarico, sulle piante, negli animali, soprattutto negli insetti, e nell'uomo. Il nome "marcescens", è relativo al fatto che il batterio, dopo aver prodotto un pigmento rosso intenso (la prodigiosina), marcisce velocemente in una massa fluida mucillaginosa.
La difesa dell'ospedale
"Il 20 luglio - hanno sottolineato in ospedale - è stata identificata una condizione di malattia da Serratia marcescens in due neonati, con isolamento del germe da emocolture (del 18 e 19 luglio) ed a un terzo neonato sono stati riscontrati segni clinici di congiuntivite, con isolamento del microrganismo da tampone oculare (effettuato il 19 luglio). I primi due casi diagnosticati sono andati progressivamente migliorando ed attualmente sono in via di risoluzione, purtroppo il terzo paziente ha sviluppato segni clinici da shock settico ed un quadro clinico che e' progressivamente peggiorato e, nonostante la terapia antibiotica a largo spettro e tutte le cure intensive prestate il 6 agosto ha cessato di vivere".
Non solo. "Attualmente - scrive il Civile - dei dieci neonati positivi per Serratia sei sono ancora degenti. E, dei restanti ventisette degenti risultati negativi allo screening, dieci sono stati dimessi e diciassette sono ancora ricoverati".
La direzione ha messo avanti le mani: "Al primo riscontro della malattia e cioè in data 20 luglio è stato immediatamente allertato il Comitato Infezioni Ospedaliere Pediatrico e sono state subito poste in essere le prime misure di sorveglianza e contenimento. Il 24 luglio è stata messa in opera la bonifica ambientale di una stanza di degenza, riservandola ai nuovi ingressi e programmate le bonifiche successive. Al riscontro delle ulteriori positività dei tamponi di screening, in data 27 luglio è stata disposta la chiusura dell'accettazione di nuovi pazienti in Terapia intensiva neonatale ed è stata richiesta la collaborazione dei centri di limitrofi".