Vietato guidare in bermuda per i tassisti nella città della moda. Sono già una ventina, da quando l'estate è entrata nel vivo con la tradizionale cappa di afa che annienta Milano, le multe staccate dalla Polizia Locale nei confronti dei tassisti trasgressori del regolamento regionale approvato nel 2016 che all'articola 44 vieta "ai conducenti di autovetture in servizio di indossare canottiere, pantaloni corti, ciabatte o tute da ginnastica".
La sanzione non è lieve: 110 euro più un richiamo formale che finisce in commissione disciplinare col rischio di una sospensione temporanea della licenza in caso di reiterate gambe scoperte. Difficile che qualcuno si azzardi a schiacciare l'acceleratore con le havaianas. "In altre regioni, ci si limite a chiedere un abbigliamento consono, a Milano invece il nuovo regolamento va nel dettaglio - spiega Emilio Boccalini di Taxi Blu - Del resto, il taxi è la prima cosa che vede chi arriva in città e basta un po' di buon senso per capire che ci vuole un minimo di decoro.
Giusto il regolamento e giusto che vengano fatte rispettare le regole, anche se personalmente ritengo che una cosa sia indossare un paio di bermuda al ginocchio, altra un pantaloncino ginnico e un abbigliamento indecoroso".
Non tutti i tassisti sono d'accordo però, soprattutto pensando alle situazioni di attesa nei parcheggi sotto al sole che li colpisce impietoso anche per ore nell'attesa di un cliente.