Sarà Barcellona ad accogliere la nave della Ong Open Arms con 59 migranti a bordo: il governo spagnolo di Pedro Sanchez ha autorizzato l'attracco accogliendo l'offerta della sindaca della città catalana, Ada Colau, che aveva detto di non volersi rendere complice "delle politiche della morte di Matteo Salvini".
"Barcellona è pronta ad accogliere Open Arms e tutti coloro che sono stati salvati", aveva twittato la stessa esponente di Podemos, eletta con una lista civica, "chiediamo al premier Sanchez di permetterci di contribuire a salvare vite umane, non vogliamo essere complici delle politiche della morte di Matteo Salvini".
La lite con La Valletta
Il salvataggio aveva causato polemiche tra Italia e Malta. Poco prima di mezzogiorno, il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva segnalato un'imbarcazione che si era "lanciata poco fa verso un barcone e, prima dell'intervento di una motovedetta libica in zona, ha in tutta fretta imbarcato una cinquantina di immigrati. Questa nave - sottolinea Salvini - si trova in acque Sar della Libia, porto più vicino Malta, associazione e bandiera della Spagna: si scordino di arrivare in un porto italiano".
Un paio d'ore più tardi era arrivata via Twitter (e in italiano) la replica del ministro dell'Interno di Malta, Michael Farrugia. "L'intervento è accaduto in area Sar libica "tra Libia e Lampedusa, Italia. Salvini la smetta di diffondere notizie scorrette tirando in ballo Malta senza alcuna ragione", attacca, con tanto di mappa allegata ("Questi sono fatti non opinioni").
L'intervento deciso nonostante l'arrivo dei libici
I migranti soccorsi e salvati erano 59, "alla deriva e in pericolo di vita", rivendica l'organizzazione non governativa spagnola, e ora sono "diretti verso un porto sicuro". Porto che - secondo il comandante, e stante il no di Italia e Malta - toccava quindi alla Spagna indicare. Pochi dubbi che il recupero sia avvenuto in acque Sar libiche: secondo quanto si è appreso sarebbe stata la stessa nave ad avvistare il gommone, in difficoltà nonostante le favorevoli condizioni meteomarine. E pur sapendo dell'arrivo in area di una motovedetta libica, avrebbe deciso autonomamente di intervenire: "nonostante gli ostacoli, continuiamo a proteggere il diritto alla vita degli invisibili", si legge in un tweet.
Il nuovo caso arriva all'indomani del naufragio di un'altra barca, avvenuto di fronte alle coste della Libia e costato la vita ad un centinaio di persone. "Open Arms avrebbe potuto salvarle ma il suo appello è stato ignorato dalla Guardia costiera italiana e da quella libica", accusa l'europarlamentare socialista spagnolo Javi Lopez, che si trova a bordo della Astral, l'altra nave della Ong catalana. "L'evento Sar avvenuto nella giornata di ieri è accaduto in acque territoriali libiche e non ha visto in alcun modo il coinvolgimento della nostra Centrale operativa", replica la Guardia costiera. Interpellato dall'AGI, conferma tale versione il portavoce della Guardia costiera di Tripoli, l'ammiraglio Ayoub Qassem, secondo cui "il naufragio è avvenuto in acque territoriali libiche e la Guardia costiera non poteva intervenire in alcun modo".