Fino al 17 giugno, se vi trovate in una di queste quattro città italiane - Roma, Milano, Venezia e Prato - potrà capitarvi di incontrare dei poliziotti cinesi in divisa d'ordinanza accompagnati dalle forze dell'ordine italiane. Si tratta del terzo pattugliamento congiunto tra Italia e Cina, che è stato presentato il 28 maggio in piazza Navona a Roma. La missione? Supportare i connazionali che dovessero avere il bisogno di mettersi in contatto con le autorità locali e con le reti diplomatiche.
I turisti cinesi quando viaggiano in Europa hanno paura. Non solo e non tanto degli attentati terroristici, piuttosto dei furti: episodi molto più frequenti. E così, prima di partire, prendono mille precauzioni, a partire dai documenti forniti dalle agenzie di viaggio, che se non contengono clausole e informazioni precise in tema di sicurezza, vengono automaticamente considerate poco serie.
È accaduto a un professore cinese di una rinomata università americana, il quale anni fa, giunto a Roma per partecipare a una conferenza internazionale, una sera si è ritrovato a vivere uno spiacevole dopocena: la moglie fu scippata in pieno centro da due ragazzini in scooter. I piccoli criminali ebbero fortuna: nella borsa della distinta signora c’erano ben mille dollari in contanti.
“Trovare dei poliziotti cinesi che perlustrano le principali città europee è una rassicurazione dal grande valore simbolico”, spiega all’Agi Antonella De Candia, sinologa e general manager di Orientalia lab, agenzia di consulenza per il turismo cinese. I pattugliamenti congiunti sono stati avviati anche in altri Paesi, come Francia e Spagna.
Non che si possa chiedere il dono dell’ubiquità ai 10 poliziotti giunti dalla provincia del Zhejiang, in uniforme e disarmati, che si divideranno nelle quattro città, affiancati da personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. A loro il compito prevalente di assistere i colleghi italiani nelle ordinarie attività istituzionali, dal controllo del territorio alla tutela della sicurezza pubblica.
“Nel periodo del pattugliamento sarà attiva anche una linea telefonica per ricevere assistenza in lingua cinese in caso di furti o incidenti stradali”, ha detto all'Agi l’ambasciatore cinese in Italia Li Ruiyu.
Stando al Mibact, l’anno scorso sono stati circa 1.3 milioni i visitatori cinesi in Italia (le stime sui flussi turistici cinesi scontano il problema della divergenza tra i dati forniti da Istat e quelli di Banca d’Italia). Solo nella città Eterna, nel 2016 erano state registrate circa 680mila presenze.
Discorso a parte meritano i residenti cinesi, che, stando ai dati Istat, nel 2016 erano circa 282mila (il 5,6% degli stranieri in Italia). Soprattutto in una città come Prato, dove il tessuto industriale è molto forte e la comunità estesa, “i pattugliamenti congiunti hanno una valenza forte perché il tema della sicurezza è molto sentito dai cinesi, spesso vittime di rapine”, ha spiegato all'Agi Marco Wong, presidente onorario di Associna.
Per dare loro un “forte segnale di attenzione”, i poliziotti pattuglieranno i quartieri storici della comunità cinese, come l’Esquilino a Roma, dice l’ambasciatore Li.
“Senza contare il fatto che vedere le forze dell’ordine in giro per le città italiane li riempie di orgoglio”, aggiunge Antonella De Candia.
L’accordo, come spiega La Stampa, nasce in attuazione del memorandum d’intesa sottoscritto a L’Aia il 24 settembre scorso, tra il ministero dell’Interno e l’omologo dicastero della Pubblica sicurezza cinese, che ha dato il via libera al Servizio di cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale, fondato sull’impiego congiunto di agenti della Polizia di Stato e dei militari dell’Arma dei Carabinieri con operatori cinesi.
"Si tratta di una collaborazione collaudata, frutto di accordi bilaterali in una città come Roma che è un museo a cielo aperto e questa è l’occasione di darle un giusto palco e una giusta attenzione”, ha detto il vice Capo della Polizia di Stato, prefetto Marcello Nicolò D’Angelo, intervenuto alla conferenza.
Molta soddisfazione da parte cinese. “Negli ultimi anni - ha detto Li Ruiyu- i rapporti bilaterali sono particolarmente positivi, abbiamo una buona collaborazione in diversi settori e i pattugliamenti sono una parte importante della cooperazione concreta. L’iniziativa ha già prodotto buoni risultati per quanto riguarda l'esecuzione della legge e la sicurezza”.
La Cina guarda già avanti e punta a creare un modello di cooperazione tra le forze dell’ordine nella lotta contro i crimini internazionali.