Una 18enne residente a Verona, ma di origine pakistana è stata portata in patria dal padre per costringerla ad abortire. Secondo quanto riporta il quotidiano L'Arena la ragazza avrebbe mandato dei messaggi disperati ad alcune compagne di classe dell'Istituto professionale Sanmicheli raccontando i fatti.
La giovane, fidanzata con un ragazzo veronese, aveva deciso di tenere il bimbo che sarebbe dovuto nascere a giugno ma la famiglia si è opposta. La Digos si è interessata al caso andando a scuola per raccogliere informazioni mentre la psicologa dell'Ufficio scolastico ha informato il Consolato.
Ora si teme un nuovo caso Sana
Il Comune di Verona ha fatto sapere di conoscere bene la situazione della ragazza, seguita all'interno di un percorso antiviolenza dal settembre 2017, ovvero da quando la Questura ha iniziato ad indagare a seguito di un esposto per maltrattamenti e percosse. Otto giorni dopo l'esposto era stata inserita all'interno del progetto "Petra" creato per dare aiuto e difesa alle donne maltrattate che prevede l'accoglienza presso appartamenti segreti e protetti e incontri con psicologi e assistenti.
Qui è stata ospitata fino al 9 gennaio 2018 dopo di che, visto che era maggiorenne e visto che aveva dichiarato di essersi riconciliata con la famiglia, è uscita, continuando però a frequentare gli psicologi che l'avevano seguita fino a quel momento.
Il tutto fino a quanto è partita per il Pakistan, a suo dire per una cerimonia di famiglia. Da quel momento della 19enne si è persa ogni traccia. "Sono in contatto con il fidanzato della ragazza - ha spiegato Stefano Bertacco, assessore al Sociale - a lui ho assicurato che, se riuscisse a far tornare in Italia la giovane, come Comune saremo a disposizione per qualsiasi protezione necessaria".