Meglio i commissari straordinari. La politica può rimanere fuori anche questa volta. Benvenuti a San Luca, il paese dell'Aspromonte dove da tre anni "saltano" le elezioni comunali. Nessuna lista, nessun candidato, ma l'appello di un gruppo di cittadini che preferisce la terna commissariale ad un sindaco, una giunta ed un consiglio comunale regolarmente eletti.
La convocazione dei comizi elettorali e la presentazione delle liste possono attendere anche questa volta. Nessuno, infatti, ha presentato candidatura entro le 12 di ieri, quando sono scaduti i termini in vista della tornata elettorale del 10 giugno prossimo. Nel palazzo comunale, sin dal 2013, siede una commissione straordinaria, insediata dopo lo scioglimento del Consiglio per infiltrazioni mafiose. L'ultima volta che i sanluchesi hanno eletto un sindaco risale addirittura al 2008, quando uscì vincente l'avvocato Sebastiano Giorgi, a capo di una coalizione civica. Da allora, urne e palchi per i comizi sono rimasti chiusi nel deposito. Il primo, ed unico, tentativo di ridare organismi democraticamente eletti risale al 2015, quando venne presentata una sola lista, la coalizione civica "Liberi di ricominciare" che, però, non raggiunse il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto. Da allora, ogni anno, il tentativo di tornare alle urne. Sempre fallito. Nessuno, infatti, vuole amministrare il comune calabrese noto, purtroppo, anche per i condizionamenti della criminalità organizzata, la faida di Duisburg e l'epoca dei sequestri. Eppure, San Luca è pure tanta cultura e panorami suggestivi. È il paese che ha dato i natali a Corrado Alvaro.
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Perché i cittadini preferiscono i commissari
È arroccato nella suggestiva area dell'Aspromonte. Ma tutto questo non è mai diventata un'occasione di sviluppo. Anche quest'anno, dunque, nessuna lista. I seggi non saranno allestiti. E non ci sarà la festa in piazza per augurare buon lavoro al nuovo sindaco e alla sua squadra. "Meglio i commissari", evidenziano alcuni cittadini, "almeno hanno ridato un minimo di regole al nostro paese". E poi c'è quell'ombra di scetticismo rispetto ai legami con la 'ndrangheta: "Il rischio è che chiunque siano gli eletti, qualcuno possa poi affermare legami di parentela sospetti, portando all'ennesimo scioglimento".
Il paese è piccolo, poco meno di quattromila abitanti, per cui ognuno ha in famiglia qualche legame sospetto, dubbio, pericoloso. Ed allora, "restino pure i commissari". L'ombra della 'ndrangheta a San Luca è piu' di un effetto mitologico. Dall'anonima sequestri, alla faida tra cosche rivali, culminata il 15 agosto del 2007 con la strage di Duisburg: sei morti ammazzati per proseguire l'interminabile scia di sangue tra le famiglie Pelle-Vottari in guerra con i Nirta-Strangio. Lo scorso anno c'era stato un sussulto. L'ex giudice Romano De Grazia e il sindacato di polizia Coisp avevano lanciato un progetto: la candidatura dell'allora segretario regionale del sindacato, Giuseppe Brugnano, a sindaco. Era stato avviato anche un percorso politico, con incontri che avevano aperto le porte del palazzo comunale ad associazioni e movimenti locali. Ma non ha portato a nulla. Oggi ci riprova anche Klaus Davi: "Chiedo alla Prefettura e al Ministero degli Interni - ha scritto il giornalista opinionista - che ci sia una proroga per la presentazione delle liste elettorali, sono pronto a candidarmi a sindaco di San Luca". Quale possa essere l'effetto di quest'ultimo appello è ancora da vedere. Intanto, a San Luca tutto resta fermo e la politica appare più un problema con cui dover fare i conti, che non un'occasione di rilancio. "Un fatto grave - commenta il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho - che crea uno stallo assoluto sociale e democratico".