L'irruzione di cinque agenti delle dogane francesi armati in una sala della stazione di Bardonecchia, al confine tra Italia e Francia, ha avvelenato il clima tra Roma e Parigi. Il ministero degli Esteri ha convocato l'ambasciatore francese per avere spiegazioni sullo sconfinamento denunciato da Rainbow4Africa, Ong che assiste i migranti che tentano di varcare la frontiera delle Alpi per raggiungere la Francia, e di seguito ha emesso una dura nota nella quale viene definita "a rischio" la cooperazione transfrontaliera tra i due Paesi. E, secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, l'Italia starebbe per chiedere alla Francia di fermare le azioni delle forze dell'ordine d'Oltralpe sul territorio italiano per contrastare i tentativi dei migranti di varcare la frontiera.
Quanto avvenuto "mette oggettivamente in discussione, con conseguenti e immediati effetti operativi, il concreto funzionamento della sinora eccellente collaborazione frontaliera", recita il comunicato del ministero degli Esteri, che ritiene l'accaduto "grave e del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra Stati frontalieri". ll direttore generale della Farnesina per l'Unione Europea, Giuseppe Buccino Grimaldi, che nel pomeriggio ha convocato l'ambasciatore francese per i fatti di Bardonecchia, ha rappresentato al diplomatico la ferma protesta del governo italiano per la condotta degli agenti doganali francesi, ritenuta inaccettabile. I locali della stazione di Bardonecchia, precedentemente accessibili agli agenti francesi, non lo sono più, essendo adesso occupati da una organizzazione non governativa a scopo umanitario, sottolinea ancora il ministero.
Cosa è successo
Poco dopo le 19 di venerdì, i 'douaniers' sono entrati nella saletta gestita dal Comune di Bardonecchia dove dall'inizio dell'inverno operano i volontari della Ong torinese e, sospettandolo di essere uno spacciatore, hanno prelevato un immigrato nigeriano giunto da un treno appena arrivato in stazione. Poi hanno intimato ai volontari di fargli usare il bagno per costringerlo a sottoporsi alle analisi delle urine. I volontari presenti hanno provato a chiedere spiegazioni, ma inutilmente e hanno quindi avvertito il commissariato locale e i poliziotti sono intervenuti invitando i doganieri a lasciare la sala. Ogni giorno, alla fermata di Bardonecchia, sui quattro treni ad alta velocità Milano-Parigi salgono 7-8 doganieri o gendarmi francesi che eseguono i controlli e poi mettono i migranti non in regola su un furgone della polizia che fa la spola con la città piemontese.
Come si è giustificata la Francia
"I doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in base a un accordo sugli uffici di confine del 1990 in condizione di rispetto della legge e delle persone", si legge in un comunicato del ministro francese dei Conti pubblici Gerald Darmanin, "la brigata ferroviaria delle dogane francesi di Modane era di controllo sul Tgv Parigi-Milano. Gli agenti hanno sospettato di un viaggiatore di nazionalità nigeriana e residente in Italia in merito a un eventuale detenzione corporea di stupefacenti. In applicazione dell'articolo 60bis del codice delle dogane gli agenti hanno chiesto alla persone il permesso di procedere a un test delle urine e la persona ha accettato per iscritto". Gli agenti, spiega la nota, "hanno quindi atteso l'arrivo del treno per utilizzare i locali attinenti alla stazione di Bardonecchia messi a disposizione della dogana francese in applicazione degli accordi del 1990 degli uffici transfrontalieri". Gli stessi locali, si legge, "erano da qualche mese messi a disposizione di una associazione per i migranti e gli agenti hanno sollecitato la possibilità di accedere ai sanitari, permesso che gli è stato accordato". Il controllo, prosegue la nota "si è rivelato negativo, nondimeno i membri dell'associazione hanno chiesto che la persona rimanesse con loro". Tale risposta, per il governo italiano, sarebbe però "insoddisfacente e inesatta".
Le reazioni
Di "atto di forza" ha parlato il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato, che si è detto "arrabbiato e amareggiato": "Non contesto che gli agenti francesi possano svolgere attività di controllo in territorio italiano in base al diritto internazionale ma non in un luogo deputato alla mediazione culturale, questo denota un pò di confusione". Per il primo cittadino si tratta di "istituzioni che hanno bisogno di mettersi in mostra" mentre la collaborazione tra le amministrazioni locali sui due lati del confine "è ottima".
Unanime la levata di scudi del mondo politico, dal segretario del Pd, Maurizio Martina, al leader leghista, Matteo Salvini, secondo il quale, più che i diplomatici russi, bisognerebbe espellere quelli francesi. "Con noi al governo l'Italia rialzerà la testa in Europa, da Macron e Merkel non abbiamo lezioni da prendere, e i nostri confini ce li controlleremo noi", ha aggiunto.
"Il blitz condotto dalla polizia francese a Bardonecchia in un centro per migranti italiano è un fatto grave, che preoccupa, e sul quale Parigi deve fornire spiegazioni. Soprattutto su temi come quello dell'immigrazione, che coinvolgono tutta l'Europa, la collaborazione e la condivisione di informazioni tra partner Ue è fondamentale" dichiarano, in una nota congiunta, i capigruppo M5S di Camera e Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli.
Perché proprio Bardonecchia
Da alcuni mesi Bardonecchia, località sciistica della Valle di Susa, si trova al centro della rotta dei migranti che, abbandonata la via di Ventimiglia, tentano di raggiungere la Francia sfidando neve e gelo. Sulla porta della sala teatro del blitz, vicino alla stazione di Bardonecchia c'è un cartello firmato dallo stesso sindaco che spiega come gli unici autorizzati ad entrare siano i volontari e il personale della struttura. Il nuovo caso arriva dopo le recenti polemiche per la durezza dei controlli e dei respingimenti alla frontiera alpina francese. La settimana scorsa una donna nigeriana incinta e gravemente malata era stata respinta alla frontiera di Bardonecchia ed era morta morta poche ore dopo all'ospedale Sant'Anna di Torino in seguito al parto cesareo. Una guida alpina francese rischia una condanna fino a cinque anni in Francia per avere soccorso un'altra migrante incinta.