Cos'è Bicifestazione, il movimento che vuole più gente sui pedali in città

sonia montrella
Mimmo Frassineti / AGF  - Bicifestazione 
Mimmo Frassineti / AGF  - Bicifestazione 

L’appuntamento ai Fori per il 28 aprile

Le 10 battaglie dell’associazione

  1. “Vogliamo fare una rivoluzione, la più bella rivoluzione del mondo. Vogliamo sicurezza, salute, socialità e bellezza. Questo è possibile riducendo la dipendenza degli italiani dall’auto, favorendo l’uso del trasporto pubblico, della bicicletta e dei piedi per muoversi in città. Per questo serve un’altra grande manifestazione”. Ecco tutte le sfide lanciate da Bicifestazione:
  2. Vogliamo più trasporto pubblico. Nella legge di bilancio dello stato vogliamo che il fondo nazionale per il Tpl arrivi in tre anni a 5,5 miliardi di euro. Nei bilanci di comuni e regioni Regioni devono esserci contributi al fondo nazionale pari a 10 euro ad abitante per le Regioni e 50 centesimi ad abitante per i Comuni.
  3. Vogliamo più tram e metropolitane. Un piano nazionale decennale di investimenti finanziato dal governo per raddoppiare il chilometraggio delle reti di tram, metro o ferrovie metropolitane e migliorarne l’integrazione, con l’obbligo per le regioni e i comuni beneficiari di cofinanziare fino al 30% degli investimenti.
  4. Vogliamo l’intermodalità. Parcheggi bici e velostazioni alle fermate del Tpl e alle stazioni ferroviarie e vogliamo le bici sui mezzi pubblici come obbligo contrattuale nel contratto di servizio di RFI e per le aziende di esercizio dei servizi di trasporto.
  5. Vogliamo i piani della mobilità. I comuni facciano i piani urbani della mobilità e subordino le scelte urbanistiche alla disponibilità del trasporto pubblico e alla riduzione della dispersione insediativa, e che il Mit, le regioni e i comuni facciano i piani per la ciclabilità previsti dalla legge 2/2018. Vogliamo bike manager nei comuni, nelle città metropolitane, nelle regioni: vogliamo persone competenti e appassionate che si occupino di bicicletta dentro le istituzioni.
  6. Vogliamo città ciclabili. Lo stato, le regioni e i comuni finanzino stabilmente con 10 cent all’anno ad abitante la realizzazione di piste e corsie ciclabili, marciapiedi, zone 30, attraversamenti rialzati e illuminati, riduzione delle carreggiate stradali per favorire la circolazione in sicurezza di ciclisti, pedoni e disabili.
  7. Vogliamo la mobilità attiva e sostenibile a scuola. Percorsi sicuri per andare a scuola a piedi o in bici, incentivazione dei bicibus e pedibus (garantendo a entrambi gli opportuni finanziamenti che non li facciano dipendere dalla buona volontà dei singoli o dalla disponibilità di questo o quel bando), allontanamento del traffico dalle scuole, educazione alla mobilità attiva per gli studenti, introduzione della figura del mobility manager scolastico.
  8. Vogliamo la mobilità attiva e sostenibile nei luoghi di lavoro. Finanziamento del buono mobilità per premiare i lavoratori che fanno scelte sostenibili negli spostamenti e per attrezzare nelle aziende spazi protetti per le biciclette.
  9. Vogliamo la sosta in strada a pagamento. Ridurre lo spazio dedicato alla sosta nelle città per ridurre il traffico, recuperare spazio per disabili, pedoni, biciclette, trasporto pubblico, per la vita. Utilizzare i proventi per la mobilità sostenibile e abbattere le barriere architettoniche.
  10. Vogliamo i 30km all’ora in città. Una velocità massima di 30km/h necessaria a diminuire i morti sulle strade e modificare il Codice della Strada per permettere la realizzazione di tutti i presidi di sicurezza delle zone residenziali già in uso in tutta Europa.
  11. Vogliamo il rispetto delle regole di circolazione. Maggiori controlli e campagne per diminuire i comportamenti più pericolosi, tra cui l’eccesso di velocità, il sorpasso azzardato, la sosta su pedonali e ciclabili, l’uso degli smartphone.

Tutti i numeri della bici

Perché gli italiani non montano in sella?

Mimmo Frassineti / AGF  - Bicifestazione 
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