Ecco l'ultimo articolo di Ján Kuciak, il reporter slovacco ucciso a Bratislava

"Quattordici anni fa, un italiano di nome Carmine Cinnante arrivò nella città di Michalovce. Una mattina partì con la sua Fiat da un villaggio di Novosad, a circa 40 chilometri da Michalovce, dove si trovava con la sua ragazza Lýdia. Cinnante stava andando in l'Italia. Fu raggiunto da uno slovacco chiamato Ján, a cui aveva promesso un lavoro. Nel distretto di Michalovce una persona su quattro in età lavorativa era disoccupata in quel momento. Quando la coppia viaggiava su una strada di campagna, avvicinandosi alla strada principale tra i villaggi di Porostov e Ostrov nel distretto di Sobrance, notarono una pattuglia della polizia.La loro Fiat Punto bianca con targa italiana fece un'improvvisa inversione di marcia. Il poliziotto si insospettì del comportamento degli uomini, fermarono la macchina e la controllarono. Sul sedile posteriore trovarono una valigetta di legno nera con una pistola, 50 proiettili e una rivista. Era un modello di mitragliatrice cecoslovacca funzionale con un puntatore laser, ma con un numero di produzione distrutto. Secondo gli esperti, la valigetta è stata realizzata appositamente per conservare la mitragliatrice. Cinnante fu accusato di possesso illecito di un'arma e il giudice del tribunale distrettuale di Michalovce lo condannò a due anni in libertà vigilata".
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“Antonino Vadala e Carmine Cinnante non sono i soli ad agire in Slovacchia. Nella parte orientale del paese operano altri quattro rappresentanti della famiglia italiana della Calabria, culla della 'Ndrangheta. Oltre ai Vadala e ai Cinnantes, ci sono anche le famiglie Roda e Catroppa. L'agricoltura è diventata la loro attività principale in Slovacchia. Possedevano o ancora possedevano dozzine di società. La loro proprietà varia in decine di milioni di euro. Gestiscono centinaia di migliaia di ettari di terra, per i quali ricevono milioni di sussidi”, dallo stato e dall’Ue.
“Nel 2017, i nomi dei familiari di Antonino Vadala sono comparsi in un mandato di arresto per 18 membri della banda che dovevano contrabbandare centinaia di chilogrammi di cocaina in Europa per la 'Ndrangheta. I Vadala sono menzionati solo nel mandato di arresto. I dettagli del caso non sono ancora noti”. L’articolo non è mai stato finito.

Scarcerati i sette italiani*

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