Un'inchiesta giornalistica condotta sal sito di informazione Fanpage sul traffico dei rifiuti in Campania sta imbarazzando politici e inquirenti della regione. E' una vicenda che vede protagonisti un ex boss della Camorra, una potente dinastia politica - quella dei De Luca - e istituzioni che potrebbero non aver reagito a denunce e sollecitazioni con la dovuta prontezza. Ma per spiegare chi è Nunzio Perrella, cosa c'entra uno dei siti italiani di maggiore traffico e perché sono in ballo milioni di tonnellate di spazzatura bisogna andare per ordine. Cominciando con i nomi.
I protagonisti
- Nunzio Perrella, ex boss della Camorra, per anni ha gestito il traffico dei rifiuti in tutta Italia, ha scontato 21 anni agli arresti domiciliari.
- Fanpage.it è un giornale online con sede a Napoli appartenente al gruppo editoriale Ciaopeople Media Group e diretto da Francesco Piccinini. In passato ha realizzato diverse inchieste come quella sulla compravendita di voti durante le primarie del Pd; sul volo in elicottero durante il funerale del boss dei Casamonica a Roma; sulla discarica tossica di Caserta e sui depositi di rifiuti nucleari a Brescia.
- Roberto De Luca secondogenito di Vicenzo, governatore della Regione Campania, oltre che assessore al Bilancio al Comune di Salerno.
- Sma, l'azienda della Regione Campania che si occupa di bonifiche e smaltimento rifiuti
- Luciano Passariello, consigliere regionale e candidato alla Camera per Fratelli d’Italia.
La storia
Perrella, tornato libero, propone allo Stato di infiltrarsi di nuovo nell'ambiente camorristico, ma - a suo dire - nessuno gli dà ascolto. Per questo sceglie Fanpage.it per illustrare il sistema delle mazzette ai politici negli appalti per la gestione dell'immondizia.
Vengono realizzate ore e ore di riprese - molte con telecamera nascosta - per documentare il malaffare in un'inchiesta che poi Fanpage pubblica a puntate. Al centro della prima parte, ricostruisce Huffington Post, gli incontri con i vertici della Sma - la società della Regione Campania che si occupa dello smaltimento di rifiuti - per concordare le quote da versare in cambio dell'affido diretto. Lorenzo di Domenico, consigliere delegato in quota centrodestra, davanti alle telecamere (nascoste) insieme al braccio destro di Passariello, Agostino Chiatto, illustra il 'tariffario' per ungere la macchina amministrativa e aggiudicarsi commesse per lo smaltimento di rifiuti del valore di milioni di euro. Le mazzette, calcola Fanpage, arriverebbero a sfiorare la somma di duecentomila euro.
La seconda puntata dell’inchiesta Bloody Money, ricostruisce il Fatto, è intitolata “Nel nome del figlio” e punta i riflettori sull’incontro tra Roberto De Luca e Perrella. I due parlano di appalti della Regione. L'incontro, da quanto indicato nel filmato ripreso anche da Repubblica, avviene nello studio di De Luca jr e si parla di smaltimento delle ecoballe e di come partecipare agli appalti della Regione. In successive telefonate e in un incontro con un intermediario, si parla di "percentuali".
Roberto De Luca viene indagato dalla Procura di Napoli e vengono perquisiti la sua casa e il suo ufficio. Nei guai, però, finiscono anche Perrella e Fanpage. Ai magistrati non è piaciuto che la redazione si sia mossa in modo indipendente e mentre indaga per corruzione e finanziamento illecito parla di "dispersione probatoria". L'inchiesta pubblicata da Fanpage, insomma, potrebbe "pregiudicare gravemente le investigazioni sulle gravi ipotesi delittuose".
Il riserbo in cui la Procura assicura di voler operare, però, dura poco e sui giornali finisce il decreto di perquisizione che spiega lo svolgersi del'inchiesta e come i clan Cimmino e Bidognetti puntassero alla Sma. Tra i 12 indagati compaiono il dirigente della Regione Lucio Varriale; Agostino Chiatto, dipendente della Sma e Passariello. I tre si stavano mettendo d'accodo per disporre l'affidamento dell'appalto per lo smaltimento di fanghi a una cordata di imprenditori dai quali ricevere soldi anche per finanziare la campagna elettorale di Passariello.
E mentre restano in attesa di essere pubblicate altre cinque puntate della videoinchiesta, Vincenzo De Luca corre in soccorso del figlio. "Pensate alle giovani generazioni e agli asili nido e non vi preoccupate delle effervescenze" dice ai giornalisti che gli chiedono un commento.